Tirò un coltello contro il fratello: condannato

di Paolo Cittadini
Processo ieri mattina in tribunale per la lite violenta di Vobarno
Processo ieri mattina in tribunale per la lite violenta di Vobarno
Processo ieri mattina in tribunale per la lite violenta di Vobarno
Processo ieri mattina in tribunale per la lite violenta di Vobarno

Paolo Cittadini L’ultima violenta lite con il fratello è costata davvero cara a un 50enne di Vobarno. L’uomo, in carcere da quando lo scorso 9 maggio i carabinieri sono intervenuti per sedare l’ennesimo confronto sopra le righe con il fratello minore, ieri è stato condannato a 2 anni e 8 mesi per maltrattamenti e lesioni. Il giudice ha accolto in pieno la richiesta della pubblica accusa mentre, dall’altra parte, la difesa del 50enne aveva chiesto l’assoluzione da entrambi i capi di imputazione. I DUE FRATELLI, non nuovi alla ribalta della cronaca (nel settembre del 2017 il più grande dei due era stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio per avere accoltellato il fratello venendo poi condannato a un anno e mezzo scontato parte in carcere e parte ai domiciliari terminati solo poche settimane prima dell’ultima lite che gli è scostata la pesante condanna), si erano messi a litigare dopo che la madre, una donna anziana inferma ora ospite di una struttura di cura, era caduta in casa. Come spesso accadeva dagli insulti reciproci il 50enne era passato alle minacce e quindi alle vie di fatto. «Mi ha dato due schiaffi sulla nuca - ha raccontato la vittima quasi cercando di sminuire l’accaduto per difendere il fratello - Mi sono difeso e ci siamo azzuffati. Anche io mi sono difeso. Quando poi sono uscito di casa, lui è rientrato ha preso un coltello e me lo ha tirato. Poi ha fatto lo stesso con un trinciapollo. Me li ha lanciati non di punta però. Mio fratello è un po’ particolare, ma di lui non ho paura e se tornasse a casa non avrei problemi». ALL’ARRIVO dei carabinieri la furia del 50enne non si era però esaurita. I militari erano stati pesantemente minacciati e solo con qualche difficoltà erano riusciti a bloccarlo arrestandolo. Il fratello era invece stato medicato per una botta alla testa e una sbucciatura al ginocchio. «Con mio fratello capita di avere a che dire - ha raccontato in aula il 50enne - A volte non si tratta nemmeno di vere e proprie liti. Questioni legate a una convivenza non sempre facile». Le sue parole non hanno convinto però il giudice che lo ha condannato alla pesante pena detentiva che per il momento sconterà in cella.. • PA.CI.

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