Tiro a volo abusivo Patteggiamento respinto dal Gup

Il blitz dei carabinieri forestali di Vobarno lo scorso agosto aveva portato al sequestro a Sabbio Chiese dell'area, 11 mila metri quadri la superficie sottoposta a vincolo paesaggistico e idrogeologico, su cui da tempo sorgeva una attività di tiro a volo e che per gli inquirenti sarebbe stata «trasformata» in una vera e propria discarica a cielo aperto. I militari sul terreno avevano recuperato rifiuti speciali pericolosi prodotti dallo sparo, tra i rifiuti rinvenuti frammenti di piattelli, borre in plastica e pallini in piombo. I rilevi eseguiti dai tecnici dell'Arpa avevano inoltre rilevato contaminazioni da piombo (30.400 mg per chilo a fronte del valore limite di concentrazione stabilito dalla legge in 100 mg per chilo), arsenico (122 mg per chilo contro un limite massimo di soli 20), vanadio (122 mg per chilo a fronte di un valore consentito di 90) e idrocarburi che superavano il limite di 590 volte. Nei guai erano finiti i tre gestori dell'attività di tiro a volo risultata abusiva dal 2005 da quando cioè era scaduta l'autorizzazione, mai più rinnovata. Per loro era scattata la denuncia e ieri mattina in tribunale a Brescia si è aperta l'udienza preliminare in cui Lac (la Lega per l'abolizione della caccia) e Legambiente si sono costituite come parti civili. Concorso in inquinamento ambientale il reato contestato dalla procura ai tre gestori. Due di loro, Teresa Tonni e Elena Baruzzi, avevano chiesto di poter patteggiare un anno di reclusione (più ottomila euro di multa), ma il gup Elena Stefana ha respinto la richiesta ritenendo la pena troppo bassa per il grado di contaminazione ambientale. Le due donne torneranno davanti al gup (il giudice dopo la decisione di ieri dovrà passare il fascicolo ad un collega) il prossimo 11 marzo. Ha invece scelto di essere giudicato con il rito abbreviato il terzo gestore finito nel registro degli indagati, Giulio Baruzzi. Anche per lui l'udienza preliminare è stata aggiornata all'11 marzo. • © RIPRODUZIONE RISERVATA