Traffico illecito di rifiuti: interdittiva antimafia sull’asse Napoli-Bassa

di V.MOR.

Da Napoli alla Bassa per gestire un traffico illegale di scorie e residui della lavorazione del rame. L’inchiesta è ancora in corso, ma nel frattempo è scattata una interdittiva antimafia nei confronti di una azienda campana per presunto smaltimento illecito di rifiuti. La decisione del Prefetto di Napoli è stata confermata anche dal Consiglio di Stato nei riguardi di una ditta che si occupa di recupero e trasformazione di rottami ferrosi, della raccolta di rifiuti solidi urbani e del trasporto di liquami. La società con il proprio amministratore societario già destinatario di una ordinanza di custodia cautelare per associazione a delinquere, si è vista confermare l'interdittiva antimafia dal massimo grado della giustizia amministrativa. Un provvedimento scattato «per attuare un contrasto all'inquinamento dell'economia sana da parte delle imprese che sono strumentalizzate o condizionate dalla criminalità organizzata», si legge nella sentenza che conferma la correttezza giuridica della misura interdittiva. Il rischio di infiltrazioni di stampo mafioso sarebbe reale, affermano i giudici. In sostanza la società campana, nel recente passato, avrebbe avuto legami diretti con persone già condannate dal Tribunale di Brescia per il reato di traffico illecito di rifiuti ed in questo caso, nello specifico, di rame. Si tratta di persone collegate con i vertici societari della ditta campana. PER NON PARLARE della «persistenza del pericolo di contiguità con la mafia», scrive il Consiglio di Stato riferendosi ai legami dei vertici societari con alcuni esponenti della criminalità organizzata campana. Alla luce di tutto ciò, il rischio delle infiltrazioni mafiose nella ditta di rifiuti è considerato ancora attuale.

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