Un caffè nella Val Bertone Purtroppo il barista estivo non aveva alcuna licenza

di M.PAS.
Un’istantanea del bar abusivo della Val Bertone
Un’istantanea del bar abusivo della Val Bertone
Un’istantanea del bar abusivo della Val Bertone
Un’istantanea del bar abusivo della Val Bertone

Era un approccio alla ristorazione diciamo così «spontaneista» quello scoperto ad Agnosine dalla polizia locale dell’Aggregazione valsabbina. In un bar costretto a chiudere si poteva bere un aperitivo e gustare un gelato, senza dimenticare il caffè. Peccato però che il gestore non si era preoccupato di ottenere per tempo la licenza di somministrazione di alimenti e bevande, e che non dava molto peso alle regole sul distanziamento sociale e sull’uso di protezioni imposte, ovviamente, anche agli esercizi pubblici dopo la pandemia. È successo nella Val Bertone, ad Agnosine ma a un soffio dal territorio di Caino (dal quale si raggiunge questa zona molto conosciuta e frequentata in estate), all’interno di un’area trasformata in parco estivo. Qui un 42enne di Azzano Mella ha aperto in poco tempo un proprio locale, in uno spazio bene attrezzato nelle pertinenze di un’abitazione. Ma dopo poche settimane di esercizio dell’attività, e dopo alcune segnalazioni arrivate da cittadini relative proprio questo esercizio nato così in fretta e gestito con modalità discutibili, è arrivato il sopralluogo della locale della Valsabbia e del consorzio di Nave e Caino. «In un primo momento sembrava che la persona fosse in possesso di un’autorizzazione al commercio itinerante - spiega Fabio Vallini, comandante degli agenti valsabbini -, poi, dopo ulteriori approfondimenti è emerso che invece non esisteva alcun tipo di autorizzazione». Per questo, sulla base delle leggi regionali, il bar improvvisato è stato subito chiuso con ordinanza emessa da Giorgio Bontempi, sindaco di Agnosine, e ora il gestore dovrà fare in conti anche con una consistente sanzione amministrativa. «QUANDO SIAMO intervenuti - aggiunge Vallini - il proprietario ha dichiarato che non stava vendendo a nessuno, che lo faceva solo a favore di feste private. Peccato che in quel momento nel locale ci fossero una decina di avventori intenti a consumare, e che esposto al pubblico c’era, all’esterno, un preciso listino prezzi». Infine, come detto, il mancato rispetto delle norme sanitarie: niente distanziamento e niente mascherine. Come detto ora l’attività è stata chiusa, e per i frequentatori della Val Bertone ci sarà, magari, un’occasione di riflessione sulle regole del commercio e su quelle per la tutela della salute.

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