Un tempio romano vista lago Villanuova si scopre più ricca

di Massimo Pasinetti
La Villanuova dei Romani ha iniziato a restituire tesori Un altro pezzo emerso dal presunto tempio romano di Villanuova
La Villanuova dei Romani ha iniziato a restituire tesori Un altro pezzo emerso dal presunto tempio romano di Villanuova
La Villanuova dei Romani ha iniziato a restituire tesori Un altro pezzo emerso dal presunto tempio romano di Villanuova
La Villanuova dei Romani ha iniziato a restituire tesori Un altro pezzo emerso dal presunto tempio romano di Villanuova

La terra ha già regalato pezzi straordinari, ma il meglio deve sicuramente ancora arrivare, e a Villanuova si preparano a festeggiare un nuovo, grande tesoro archeologico rappresentato da un edificio romano, forse un tempio dedicato a Giove o a Minerva, costruito su una collina; in una location sulla quale giustamente si mantiene il riserbo per proteggerla da possibili saccheggiatori. «Se non appena intaccato il terreno sono venuti alla luce oggetti di grande pregio - commenta il direttore del Museo Archeologico della Valsabbia di Gavardo Marco Baioni - chissà cosa potrà uscire da un’intesa campagna di scavi in profondità». In realtà, il sito romano era stato individuato alcuni anni fa, «ne è stata subito compresa l’importanza - continua Baioni -, ma trovandosi sul cocuzzolo di una montagna difficile da raggiungere era stato momentaneamente accantonato». L’area si trova in una proprietà privata, e conserva materiale romano depositato in un luogo «impossibile». «Gli scavi hanno preso il via l’11 marzo affidati a una società specializzata, perché con le proprie forze il Gruppo Grotte, che cura il Museo di Gavardo, non era in grado di attuarli. Si è partiti grazie al sostegno economico del Comune di Villanuova e della Comunità montana della Valsabbia, e in accordo con la Sovrintendenza guidata da Serena Solano che si occupa della direzione scientifica dei rilevamenti e delle indagini». Prima è toccato a un rilievo dall’alto utilizzando anche i droni, e si è individuato un edificio con un fossato, muri spessi anche un metro e 40, lunghi 19 e profondi 9 metri. Poi sono iniziati gli scavi, che hanno rilevato anche pareti interne in muratura, forse stanze, e una grande quantità di materiale ceramico con iscrizioni e di oggetti in rame, bronzo e ferro: «Sembrerebbe un’area sacra di dimensioni imponenti - sottolinea Baioni -; la prima di età romana ritrovata in Valsabbia, con all’interno sale intonacate di rosso e di bianco». Il tutto è collocato oltre i 700 metri di quota, in una posizione panoramica che domina l’intero golfo di Salò e la Valsabbia. RITROVAMENTI eccezionali, insomma, già presentati nei giorni scorsi a «Les Romains dans les Alpes», un convegno internazionale svoltosi a Losanna con l’epigrafista Gian Luca Gregori dell’Università La Sapienza di Roma, e poi a Villanuova, che ha un territorio archeologicamente molto ricco, dato che ha regalato reperti che spaziano dal Neolitico all’età del Rame (IV e III millennio a.C.) e alla prima e seconda età del Ferro (dal VII secolo a.C.), nella conferenza «Le montagne sacre. Il territorio di Villanuova sul Clisi dalla Preistoria all’età romana». •

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