Uno scrigno custodirà il passato del paese

Un settore dell’archivio storico di Gavardo
Un settore dell’archivio storico di Gavardo
Un settore dell’archivio storico di Gavardo
Un settore dell’archivio storico di Gavardo

Alessandro Gatta I plichi più antichi e delicati, quelli che portano il peso di una storia di oltre mezzo millennio, in parte sono già stati trasferiti, e con la massima cura, nel nuovo spazio appositamente attrezzato della biblioteca di piazza del Fante: tutto il resto, un po’ alla volta nelle prossime settimane, verrà ugualmente spostato dal municipio alla biblioteca. GRANDI manovre nell’archivio storico del Comune di Gavardo: centinaia e centinaia se non migliaia di faldoni, che messi tutti in fila fanno 195 metri lineari (come due campi da calcio), dovranno essere trasferiti dal seminterrato del palazzo comunale alla nuova biblioteca; per motivi di spazio (per lasciare posto al cosiddetto «archivio di deposito») e per consentire l’adeguata tutela e conservazione dei documenti più antichi. Alcuni di questi, infatti, risalgono al XVI secolo, più di 500 anni fa: non è dato sapere cosa nascondano, quali segreti possano ancora celare, perché non è mai stato fatto un preciso inventario (che sarebbe molto costoso e molto lungo). Ma intanto la cooperativa Abibook, che si occuperà del trasferimento del materiale (che va dalle origini, dunque i documenti quasi millenari, fino al 1972), al termine si occuperà di inventariare almeno la nuova collocazione. E chissà che un giorno non si possano davvero scartabellare gli antichi documenti: in tutto una decina di faldoni, alcuni dei quali, come riferisce il sindaco Davide Comaglio, «sono così delicati che non si possono nemmeno sfogliare». «LA SITUAZIONE del grande deposito nel seminterrato del municipio era di fatto precaria - continua Comaglio - e in realtà è dai tempi della costruzione della nuova biblioteca che si ragiona all’ipotesi di spostarvi l’archivio, in locali nuovi e spaziosi che sono sicuramente più salubri e più adatti». Qui c’è davvero tutta la storia istituzionale, o quasi, del Comune di Gavardo: dalle testimonianze del sindaco Turrini che negli anni ’70 dell’Ottocento allertava la popolazione sul rischio del colera fino alle delibere (separate) dei tre Comuni. Tanti erano e rimasero per secoli, fino al 1928, quando Gavardo divenne un solo municipio, accorpando anche Sopraponte e Soprazocco. E poi, prima ancora, chissà quali dispute medievali, senza dimenticare che anche Gavardo, come tutta la provincia, rimase sotto la Repubblica di Venezia fino al 1797, e che proprio il municipio gavardese era uno dei diversi vicariati minori bresciani (insieme a Manerbio, Ghedi, Gambara, Pontoglio, Castrezzato e Pompiano). TRA DOCUMENTI antichi o moderni, è bene ricordare che anche l’archivio storico di Gavardo è protetto e controllato dalla Sovrintendenza archivistica, in questo caso quella della Lombardia, e che quindi per realizzare l’atteso spostamento è stato necessario richiedere l’autorizzazione a procedere, con il nulla osta definitivo al trasferimento; un permesso rilasciato già nella primavera di un paio d’anni fa. •

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