Vobarno, caduta mortale nella scarpata

di Massimo Pasinetti Valentino Rodolfi
La bara con il corpo senza vita di Italo Righetti, recuperato ieri sera dal torrente Agna a Vobarno FOTOLIVEPer il recupero, non facile, sono stati utilizzati verricelli e funi FOTOLIVE
La bara con il corpo senza vita di Italo Righetti, recuperato ieri sera dal torrente Agna a Vobarno FOTOLIVEPer il recupero, non facile, sono stati utilizzati verricelli e funi FOTOLIVE
La bara con il corpo senza vita di Italo Righetti, recuperato ieri sera dal torrente Agna a Vobarno FOTOLIVEPer il recupero, non facile, sono stati utilizzati verricelli e funi FOTOLIVE
La bara con il corpo senza vita di Italo Righetti, recuperato ieri sera dal torrente Agna a Vobarno FOTOLIVEPer il recupero, non facile, sono stati utilizzati verricelli e funi FOTOLIVE

Massimo Pasinetti Valentino Rodolfi Sulla dinamica dell’incidente, per quanto assurda nella sua inspiegabile e tragica fatalità, non sembrano esserci dubbi: Italo Righetti ha perso l’equilibrio, forse inciampando o scivolando, ed è precipitato nella ripida scarpata che scende dalla strada al torrente Agna. Per recuperare il corpo senza vita, nel buio fra gli alberi e le rocce, ci sono volute funi e verricelli: per quel dirupo scosceso la vittima era scivolata per circa 20 metri. Poi la constatazione del decesso, il dolore indicibile dei congiunti. LA DISGRAZIA si è consumata poco dopo l’ora di cena: l’allarme al 112, lanciato dalla famiglia, è partito alle 19.58. Il punto della caduta è via Forno, quasi mezzo chilometro fuori dal centro di Vobarno, la lunga strada immersa nel verde che dal capoluogo porta in Degagna sopra il torrente Agna. Righetti abitava lì vicino, cento metri più sopra nella via Ronchi, quella che sale alla Comunità ai Rucc. Forse era uscito per portare fuori i rifiuti (vicino ci sono i cassonetti), o per una boccata d’aria. Deve essere per forza scivolato, forse si è sporto troppo, forse ha messo un piede in fallo. Ma nessuna spiegazione potrà consolare il lutto di un intero paese. Pensionato da cinque anni, il 62enne Italo Righetti era una persona amata, un padre di famiglia, di una bella famiglia: lascia nel dolore la moglie Denise Cadenelli e le figlie Laura, insegnante, ed Elena, la più giovane, che lavora nel settore alberghiero. La moglie Denise è sorella di don Gianfranco Cadenelli, il missionario vobarnese che da 12 anni opera in Albania, sorretto dalla solidarietà e dalla stima di tutto il paese. Per una incredibile fatalità, proprio ieri sera, al centro sociale era in programma una serata di beneficenza per raccogliere fondi in favore delle opere di don Gianfranco. Si era presentata moltissima gente per aiutare e per contribuire, con il sindaco Giuseppe Lancini, il vicesindaco Paolo Pavoni, il maresciallo dei carabinieri, la cittadinanza. Ancora nessuno sapeva della disgrazia che poco prima aveva colpito il cognato del missionario, la sua stessa famiglia. E quando ha iniziato a spargersi la voce, la terribile notizia ha funestato una serata che doveva essere di solidarietà, di condivisione e d’amore. Italo non c’era. Lascia un grande dolore. •

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