A San Colombano rivive il rito del fuoco dei morti

di E.BER.
Il fuoco dei morti sarà acceso nel pomeriggio davanti al cimitero
Il fuoco dei morti sarà acceso nel pomeriggio davanti al cimitero
Il fuoco dei morti sarà acceso nel pomeriggio davanti al cimitero
Il fuoco dei morti sarà acceso nel pomeriggio davanti al cimitero

A San Colombano nel giorno di Ognissanti rivive una tradizione millenaria: l’accensione alle 16 del grande fuoco fuori dal cimitero per riscaldare, si dice, le anime dei morti che dal cancello spalancato escono al calar della notte a far compagnia ai loro cari. UN RITO che ha radici storiche precristiane, evento collettivo di tanti altri più intimi ripetuti nelle cascine di montagna, con il fuoco nel camino, le castagne bollite e la trippa calda lasciati nella notte sul desco familiare per gli avi. Fino a non molto fa chi passava vicino al grande falò portava una fascina per alimentarlo: dura fino alla sera del giorno dopo, festa dei defunti. Ora una catasta di legna preparata lì accanto consente a tutti di ripetere il gesto, facendo innalzare dalle fiamme crepitanti le monachine che si spengono nel vento. Ognuno sente vicino i suoi cari, con i lumini là dietro a punteggiare l’oscurità. Una festa comunitaria: i malghesi scesi alle basse a svernare con le mandrie tornavano al paese a salutare con una prece i loro cari defunti e a mangiare insieme ai compaesani la «trippa dei morti». Dopo l’accensione del fuoco, la messa di suffragio in parrocchia. Quest’anno seguirà il concerto curato dalla Pro Loco di Collio del gruppo Ottocorde di Bagolino. Dalle 19 la tradizionale trippa preparata dagli alpini nella loro sede sopra la chiesetta ora sala civica di San Colombano. Domani, solennità dei defunti, messa alle 11 e alle 17, con la processione al vicino camposanto mentre il fuoco trascolora: poi la chiusura del cancello, per «serà i morcc », si dice, nelle loro pace eterna.

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