Addestramento dei cani Dopo lo scontro l’intesa su una gestione più soft

Uno dei segugisti  responsabili della «Zac» con i propri cani
Uno dei segugisti responsabili della «Zac» con i propri cani
Uno dei segugisti  responsabili della «Zac» con i propri cani
Uno dei segugisti responsabili della «Zac» con i propri cani

Si sono messi attorno a un tavolo cercando un compromesso che avesse come obiettivo la sostenibilità e quindi anche una maggiore tolleranza verso la loro attività, hanno lasciato fuori le posizioni assolutistiche e hanno trovato un’intesa. «Meglio di così credo che non si potesse ottenere» commenta Ruggero Rizzini, l’ex medico di base di Lodrino e cacciatore di selezione che sulle pagine di Bresciaoggi aveva sollevato il caso. Il caso era ed è rappresentato da una nuova e molto estesa zona per l’addestramento dei cani da caccia (segugi e da penna) chiesta dalla Federcaccia e istituita sul territorio di Marcheno, nell’ambito del Comprensorio di caccia C6. Un’area che (era ed è questa la preoccupazione di Rizzini e degli altri selecontrollori) ricomprende un territorio con una importante presenza di cervi e caprioli, aperta appunto al «lavoro» dei cani anche nel bel mezzo della stagione delle nascite dei giovani ungulati. Il rilievo mediatico dato al tema ha provocato reazioni e prese di posizione pubbliche, ma poi, come detto, si è aperto il tavolo delle trattative. Il risultato? La possibilità di addestrare i cani, concessa da febbraio all’estate, è stata ridotta a quattro giorni alla settimana rispetto ai cinque precedenti, e ora l’attività si deve fermare entro le 14. L’accesso è stato regolamentato, permettendo la presenza di una sola muta di segugi per volta, formata da un massimo di sei animali, o di una sola coppia di cani da penna. Inoltre, fino al 18 giugno l’ingresso all’area con la maggiore presenza dei cervidi, quella del Lembrio, sarà interdetto del tutto, per permettere ai cuccioli di crescere abbastanza senza essere disturbati. Non solo: c’è anche l’impegno a espellere dalla «Zac» qualunque utilizzatore i cui cani provochino la fuga di caprioli e cervi iniziando a inseguirli anziché fermarsi subito seguendo l’ordine del conduttore. Tutto questo richiederà onestà e vigilanza, e da questo punto di vista Rizzini è fiducioso: «Credo nelle persone oneste - commenta - e nella volontà comune che è emersa, rappresentata dalla volontà di mettersi insieme, è stato detto, anche per contrastare il bracconaggio denunciando ogni irregolarità». P.Bal.

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