Bovegno, del
sogno sciistico
restano i debiti

di Marco Benasseni
Un altro scorcio dell’incantevole montagna della Valsabbia
Un altro scorcio dell’incantevole montagna della Valsabbia
Un altro scorcio dell’incantevole montagna della Valsabbia
Un altro scorcio dell’incantevole montagna della Valsabbia

Non è detto che ci siano acquirenti, ma di certo il Comune di Bovegno è pronto a dire addio ai 443 mila metri quadrati di terreni nell’area di malga Corti Re di Campo ipotecati nel 2011 dalla banca che concesse alla defunta Bovegno Ski 1,7 milioni di euro per realizzare il collegamento sciistico con Montecampione. La decisione è stata annunciata durante l’ultimo consiglio comunale dal sindaco Manolo Rossini, il quale ha confermato anche la messa in vendita dell’intero pacchetto societario con un’asta pubblica. Finisce così il sogno di rilanciare turisticamente Bovegno collegandolo alla stazione camuna, anche oggi alle prese con tante incognite.


IL PIANO, avviato nel 2010 con la costituzione della società Montecampione-Bovegno Ski, avrebbe dovuto portare alla nascita di una seggiovia verso Monte Rotondo e di un complesso turistico. Il tutto a ridosso della crisi economica più feroce dell’ultimo secolo. Già nel 2011 l’amministrazione allora guidata da Tullio Aramini, oggi consigliere di minoranza, aveva avanzato perplessità sul progetto, a partire dalle volumetrie edificabili in un’area raggiungibile solo con una strada agricola. La società aveva comunque acceso un mutuo bancario per poter realizzare la seggiovia di collegamento e il complesso turistico: alcune opere sono state realizzate, poi il progetto è naufragato e la società è stata messa in liquidazione. Il piano si era arenato, «ma il mutuo non si è estinto, anzi ha continuato a crescere» ha precisato il sindaco: «Parte di quei soldi sono stati utilizzati per pagare i lavori che nel frattempo erano iniziati - ha aggiunto -, i progetti, il mutuo, i legali e le penali subentrate». Qualche mese fa è arrivata una lettera con la quale la banca reclamava il credito con relativo ultimatum. Oggi la società (controllata al 100% dal Comune) ha un debito di quasi un milione che l’ente non è in grado di pagare; per questo metterà all’asta oltre 400 mila metri quadrati. Nell’intento di salvare l’attuale situazione dell’area, il sindaco ha precisato che sarà introdotto nelle clausole dell’asta il mantenimento della compatibilità agricola e venatoria dei terreni.

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