Centro sportivo, scoppia il caso cedri

di Marco Benasseni
Alcune delle conifere all’interno del centro sportvio «Dei Pini»
Alcune delle conifere all’interno del centro sportvio «Dei Pini»
Alcune delle conifere all’interno del centro sportvio «Dei Pini»
Alcune delle conifere all’interno del centro sportvio «Dei Pini»

Nemmeno il tempo di recintare l’area dei cantieri e già è scoppiata la prima polemica. A sollevarla inizialmente sono stati alcuni residenti, poi il gruppo «Pace e Solidarietà» di Villa Carcina ha approfondito la questione. Il problema? Il previsto taglio di alcuni alberi che circondano il campo «Dei Pini» del centro sportivo di Cogozzo, dato in gestione per i prossimi 30 anni ai Centurioni di Lumezzane, per fare posto alla tribuna del futuro terreno da rugby. «IL COMUNE ha concesso il via libera ai lavori per la realizzazione dello stadio dei Centurioni di Lumezzane - si legge su un volantino distribuito in paese - Lavori che, mentre da una parte favoriscono la società sportiva con tutti i vantaggi possibili e immaginabili, dall’altra riducono gli spazi verdi urbani del territorio a disposizione dei cittadini. La strage ha il seguente triste conteggio: 26 conifere d’alto fusto saranno abbattute su un totale di 150, ben il 17,3%, molte altre sono e saranno potate con la legge della motosega, riducendo questo suggestivo angolo paesaggistico, naturalistico, monumentale, storico e culturale della Valtrompia, datato 1938, a cimitero arboreo». In realtà il Comune ha una visione molto diversa di quanto sta accadendo. La scelta di tagliare gli alberi risale infatti a una precedente indagine effettuata dopo alcuni incidenti accaduti in passato. «La scelta è stata quella di abbattere 11 alberi troppo vicini alla seriola - spiega il sindaco Gianmaria Giraudini - La convenzione con i Centurioni ci ha permesso di far fare l’intervento al nuovo gestore e risolvere un problema di sicurezza». Anche altri alberi potrebbero essere tagliati in altre parti del paese, ma il Comune assicura che saranno sostituiti con piante più giovani e autoctone. «Quelli incriminati in realtà sono cedri del Libano, quindi non autoctoni - precisa Anna Rizzinelli, assessore all’Ambiente - Parliamo di 11 piante alte 30 metri che hanno tra i 70 e gli 80 anni, troppo vicine l’una all’altra e troppo a ridosso del canale. Ci sono anche un tasso e un abete che hanno dei problemi e sui quali dovremo intervenire». Rizzinelli precisa di aver fatto tutte le dovute ricerche e assicura che non c’è alcun vincolo storico, ma solo un vincolo paesaggistico per via della vicinanza con il Mella. Qualcuno sosteneva che gli alberi piantati dopo la costruzione del centro sportivo, inaugurato nel 1938, oltre ad essere secolari custodissero la memoria dei morti sul lavoro. «Gli alberi non sono secolari e sono state riferite molte inesattezze storiche - conclude l’assessore - Basta guardarli per vedere che ci sono dei problemi: sono stati piantati troppi vicini, tra di loro non ci sono rami, che invece piovono sull’esterno». Tutti gli alberi abbattuti, come prescritto dalla Soprintendenza, saranno sostituiti da una siepe molto alta che potrà essere allungata in caso si dovessero abbattere altri cedri. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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