Non è esattamente una cosa da poco: il ritrovamento di rifiuti interrati di presunta origine industriale, ovvero macerie e materiali contenenti amianto, ha portato al sequestro probatorio di 4.500 metri quadrati del cantiere aperto per la costruzione, a Concesio, del depuratore della Valtrompia. Si tratta di poco meno di un terzo dell’area sulla quale a marzo sono iniziati gli scavi. «Siamo parte lesa in questa partita e a ore dovremo risolvere un problema non creato da noi - esordisce il neo presidente dell’Azienda servizi Valtrompia Michele Gussago -. Il Comune di Concesio e l’Arpa sono stati avvisati del ritrovamento lo scorso 23 luglio, e da quel momento abbiamo sempre dimostrato trasparenza e fattiva collaborazione». Una dichiarazione confermata dai verbali dell’Arpa, che si è mossa proprio su richiesta dell’Asvt. «Si sta interessando dell’episodio anche un gruppo consiliare regionale - continua il presidente -. Noi garantiamo ai cittadini e a tutte le forze politiche massima disponibilità e trasparenza». IL PROBLEMA verrà presumibilmente risolto con una bonifica che si trasformerà in costi non previsti destinati a finire nella tariffa sulla depurazione a carico dei cittadini. «Nell’acquisire l’area abbiamo fatto tutti i campionamenti richiesti - conclude Gussago -; quanto è successo non era prevedibile». Il lotto è stato acquistato da un privato e c’è ovviamente tutta la volontà di fare chiarezza su quanto ritrovato cercando di risalire ai colpevoli di quelli che il sindaco Agostino Damiolini ha definito «atti criminali ai danni della comunità». I tempi del depuratore cambieranno? L’amministratore delegato dell’Asvt, Piercostante Fioletti, ha fatto un breve riepilogo sul cronoprogramma che sta diventando una corsa a ostacoli: «I lavori sono partiti a marzo, poi è arrivata la pandemia e abbiamo dovuto sospenderli. In aprile siamo ripartiti per gli scavi delle vasche. Non abbiamo avuto problemi fino alla scorsa settimana quando sono emersi i rifiuti interrati». Il management ha sottolineato che l’Asvt non è indagata per l’accaduto, e che tocca al pm decidere se convalidare il sequestro. Una cosa è certa, dopo questo ennesimo intoppo, che inevitabilmente porterà mesi di ritardi (la consegna dell’impianto era prevista a settembre del 2021) sono state cancellate eventuali passerelle politiche: il taglio del nastro si farà quindi a opera ultimata, e saranno solo previsti degli incontri per aggiornare sull’avanzamento lavori. Damiolini, recentemente eletto presidente del patto di sindacato dell’Asvt, non nasconde l’amarezza e confida in una soluzione non dolorosa rispetto a una scadenza che si allunga e al rischio di sanzioni europee. •