Depuratori sul Chiese «Pressing» sul ministero

Devis Dori al presidio di protesta
Devis Dori al presidio di protesta
Devis Dori al presidio di protesta
Devis Dori al presidio di protesta

L’aveva annunciato nella sua visita al presidio davanti al Broletto, e alla fine ha mantenuto la promessa. Devis Dori, parlamentare del gruppo Liberi e Uguali, ha depositato l’interpellanza sulla depurazione del Garda al ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani. All’iniziativa hanno aderito anche Federico Fornaro, capogruppo di LeU alla Camera, Nicola Fratoianni, Maria Flavia Timbro e Rossella Muroni. «Con questo atto viene chiamato direttamente in causa il ministro che, dopo la nomina di dubbia costituzionalità di un commissario, non può sottrarsi ad un esercizio rigoroso delle sue prerogative dal punto di vista dei costi dell'opera e delle sue conseguenze sul fiume Chiese e non solo - spiega Paolo Pagani, segretario provinciale di Articolo Uno -. La manifestazione in piazza Paolo VI di sabato scorso dimostra che il territorio bresciano merita una soluzione diversa e rispettosa dell'ambiente, e non quella ipotizzata che, tra l'altro, mortifica anche l'istituzione dell’Amministrazione provinciale». «L’obiettivo - spiega Dori - è quello di ripartire dalla delibera dalla “mozione Sarnico”. Ho chiesto al Mite di rivalutare soluzioni alternative rispetto a quella annunciata dal commissario straordinario, compresa quella di ristrutturare e potenziare l'attuale sistema di depurazione sublacuale». La decisione del commissario, che prevede che il sistema di collettamento e depurazione a servizio della sponda bresciana del Garda si articoli in due depuratori a Gavardo e Montichiari, con scarico nel Chiese, «provocherebbe effetti gravi sullo stesso fiume e un consumo della risorsa del lago d'Idro e dei bacini a monte: aspetti che non possono lasciare indifferente il ministero - aggiunge Dori -. La questione non può considerarsi chiusa, e il Governo ha il dovere di pronunciarsi sia in merito ai costi per evitare uno spreco di soldi pubblici, considerato l’investimento di 100 milioni, sia sugli effetti che l’annunciata decisione avrebbe sul fiume Chiese. Non si interrompa quindi un percorso condiviso: le decisioni che verranno prese nei prossimi mesi potrebbero compromettere irrimediabilmente il futuro di quel territorio». Intanto il presidio organizzato dai cinque comitati ambientalisti continua, e per domenica pomeriggio alle 17 è prevista un’assemblea popolare per decidere il prosieguo della protesta.•.

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