Disagio, il sottopasso diventa una casa

di M.BEN.
Il senzatetto che sta occupando il sottopasso di Sarezzo
Il senzatetto che sta occupando il sottopasso di Sarezzo
Il senzatetto che sta occupando il sottopasso di Sarezzo
Il senzatetto che sta occupando il sottopasso di Sarezzo

Da qualche giorno il sottopassaggio del Crocevia di Sarezzo è frequentato anche durante la notte. Perché è diventato la «casa» di un quarantenne senzatetto che dorme qui. Numerose le segnalazioni arrivate ai carabinieri e al 112, ma non c’è stato nessun intervento, perché l’uomo è in perfetta salute e consapevole della situazione in cui si trova. Il Comune? Sta intervenendo come possibile, ma non trova collaborazione da parte dell’indigente. SI TRATTA di Stefano Baronio, ben conosciuto a Sarezzo per la sua vita trascorsa tra guai giudiziari e problemi di tossicodipendenza. «Sono uscito di galera 6 mesi fa in seguito a un arresto per rapina - racconta -. È da quando ho 14 anni che entro ed esco di prigione, ma non voglio più fare questa vita». Lui riferisce di non aver ottenuto il nulla osta dal giudice per poter entrare in una comunità a causa di un processo ancora pendente; confessa di avere ancora problemi con gli stupefacenti e spiega di non saper dove sbattere la testa. «Non saprei a chi chiedere aiuto. Anche i miei familiari non ne vogliono più sapere». Una situazione senza dubbio complessa e difficile da gestire, ma che lascia molto amaro in bocca ai passanti. Alcuni residenti si chiedono come sia possibile non poter far nulla. L’ultima colpa di Baronio è stata una rapina che lo ha portato a trascorre 12 mesi in carcere, ora è fuori ma non sa dove andare. «In realtà questa situazione dipende da lui - precisa la sindaca Donatella Ongaro -. I Servizi sociali e non solo stanno facendo tutto quello che possono; il resto è una scelta personale. Al momento non accetta di intraprendere i percorsi suggeriti, quindi possiamo fare davvero poco». Succede spesso che i cittadini vedano solo il lato più eclatante della medaglia, senza sapere che spesso dietro a queste situazioni c’è proprio la scarsa collaborazione da parte della persona in difficoltà. Una magra consolazione per chi in questi giorni transita lungo il sottopasso. •

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