Discariche
radioattive,
bonifiche congelate

di Cinzia Reboni
I silos di raccolta del percolato delle scorie radioattive di Capriano
I silos di raccolta del percolato delle scorie radioattive di Capriano
I silos di raccolta del percolato delle scorie radioattive di Capriano
I silos di raccolta del percolato delle scorie radioattive di Capriano

Il ministero dell’Ambiente è tornato a promettere risorse e interventi, ma nel frattempo lo stanziamento di 5.125.830 euro per la bonifica dei siti di scorie radioattive nel territorio bresciano non si sblocca. Resta per ora un miraggio anche l’inserimento della ex Metalli Capra di Capriano nel «pacchetto» degli interventi di messa in sicurezza. IL VERTICE DI IERI tra la Prefettura di Brescia e Mariano Grillo, capo dipartimento della Transizione ecologica e gli investimenti verdi (Ditei) è stato intercolutorio, per usare un termine incoraggiante. «Rispetto alla proposta di erogazione dei fondi al dipartimento di Protezione civile e di successiva gestione da parte del prefetto con la collaborazione dei Comuni, il ministero dell’Ambiente si è riservato di prendere una decisione dopo che si sarà consultato con il Viminale». Quanto allo stanziamento non erogato per la bonifica della discarica di Capriano, «il ministero dell’Ambiente avvierà una serie di consultazioni con la Prefettura per mettere a fuoco alcuni aspetti del complesso progetto di messa in sicurezza», si legge nella nota diffusa dopo il vertice. IN ATTESA CHE VENGANO messe in atto tutte le necessarie «interlocuzioni», gli interventi di risanamento dei depositi industriali e delle ex discariche «contaminate» - stanziati sulla carta ma mai giunti a destinazione - restano congelati. Eppure l’agenda redatta dalla prefettura sembrava non aver trascurato alcun dettaglio per raggiungere l’obiettivo. Un anno fa il prefetto Attilio Visconti aveva presentato un dossier che indicava le 9 aree che richiedevano un’urgente bonifica. A novembre il ministero aveva annunciato oltre 5 milioni di euro per la messa in sicurezza di 6 siti: un milione per l’Alfa Acciai di Brescia, dove nel 1997 venne fusa una partita di rottame proveniente dall’Est Europa contenente Cobalto 60 e Cesio 137 (le 500 tonnellate di materiale contaminato, insieme a quello provocato da altro incidente accaduto nel 2011, sono blindate in un bunker a prova di dispersione), e, sempre in città, per la Cagimetal, che nei pressi dell’ex cava Piccinelli custodisce poco meno di 1.800 tonnellate di scorie sempre contenenti Cesio. Stessa cifra stanziata per gli stabilimenti della Metalli Capra di Montirone (19 fusti e 12 cassoni metallici) e Castel Mella (25 contenitori metallici e 3 big bag), e per la Iro di Odolo, mentre per gestire le scorie stoccate alla Service Metal Company di Mazzano sono stati messo a disposizione 125.830 euro. TUTTI SITI che sicuramente fanno meno paura del «sudario» di scorie ai piedi del Montenetto, eredità del disastro ambientale del 1989 quando venne fusa una partita di alluminio contaminato dal Cesio 137, isotopo radioattivo artificiale. I residui di quella lavorazione furono stoccati nell’ex cava che l’azienda utilizzava come discarica Le 82.500 tonnellate di scorie contaminate hanno una potenza radioattiva molto più elevata rispetto alle altre, ovvero mille Giga becquerel, e figura al secondo posto nella classifica delle dodici principali «criticità» nazionali stilata dall’Isin, Ispettorato per la sicurezza nucleare e la radioprotezione. Tanto che il piano da 6,5 milioni di euro per la messa in sicurezza della «bomba radioattiva» di Capriano, approvato dalla commissione prefettizia, prevede l’installazione congiunta sia dei diaframmi perimetrali, sia la copertura superficiale in grado di sigillare il corpo di discarica dalle matrici ambientali circostanti. LO STANZIAMENTO statale di oltre 5 milioni è rimasto «congelato» per una questione burocratica: il ministero aveva ipotizzato che ad incassare i fondi dovesse essere la Prefettura, che però non ha un capitolo di spesa idoneo. Come controproposta, il prefetto aveva suggerito che a percepire il contributo fossero i singoli Comuni. La vicenda è quindi ancora sospesa nel limbo. Nel frattempo i parlamentari bresciani della Lega, guidati da Simona Bordonali, hanno presentato un’interrogazione in Parlamento al ministro dell’Ambiente Sergio Costa per capire dove sono finiti i fondi promessi per la bonifica dei siti inquinati, e sollecitare l’inserimento tra i beneficiari della ex Metalli Capra di Capriano. Alla luce dell’esito dell’incontro di ieri, Simona Bordonali si dice delusa. «Tante promesse, ma poca sostanza. Mi aspettavo molto di più. Ora attendo una risposta urgente all’interrogazione: se entro due settimane non arriverà, mi farò promotrice del coinvolgimento di tutti i parlamentari bresciani, come ho già fatto per la Caffaro, dove abbiamo ottenuto il risultato voluto. Quando ci sono di mezzo questioni che riguardano l’ambiente, dobbiamo dimostrare che non devono esserci distinzioni né di partito né tra maggioranza e opposizione». LA LEGA SOTTOLINEA Inoltre come il ministero non abbia accolto la richiesta di stanziamento per altri siti, come la ex Rivadossi di Lumezzane che ospita un sarcofago di 800 metri quadrati contenente sei container con 140 sacchi di materiale radioattivo fuso in un incidente del 2008, e le Acciaierie Venete di Sarezzo, dove nel 2007 sono stati fusi rottami contaminati arrivati dall’Ucraina. Anche in questo caso le scorie sono sigillate in un bunker. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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