«Duferco», non solo centrale Il caso ex Stefana si allarga

di Marco Benasseni
Il sito della ex Stefana di Naveche dovrebbe ospitare la centrale
Il sito della ex Stefana di Naveche dovrebbe ospitare la centrale
Il sito della ex Stefana di Naveche dovrebbe ospitare la centrale
Il sito della ex Stefana di Naveche dovrebbe ospitare la centrale

Vantaggi occupazionali e timori più che giustificati sull’impatto di un’industria di ritorno tengono banco nel dibattito aperto da settimane a Nave, e l’incontro in programma domani sera alle 20,30 si annuncia per questo particolarmente caldo e partecipato. Tutto per colpa (o per merito) dei piani della multinazionale dell’acciaio «Duferco». Tornando a domani, l’ente locale ha organizzato una serata per far chiarezza sul progetto della centrale termoelettrica (da 130 megawatt) che Duferco vorrebbe costruire all’interno della ex Stefana che ha acquisito da tempo. Ma non c’è solo il metano a fare paura, perchè negli ultimi giorni sono emersi altri due progetti che stanno facendo discutere e ulteriormente preoccupare i cittadini. Sul piatto non c’è più solo la centrale turbogas, ma anche due nuovi impianti per il recupero di materiali ferrosi e di scorie di acciaieria, in entrambi i casi appartenenti alla categoria dei rifiuti non pericolosi. La multinazionale vorrebbe realizzarli sempre in via Bologna, nell’ambito del piano di rilancio industriale del sito. ENTRAMBI i piani però, al centro di una richiesta congiunta presentata alla Provincia, sono fermi su una scrivania a causa di un buco normativo sul trattamento delle scorie di acciaieria. La questione è stata affrontata venerdì in una conferenza dei servizi alla quale hanno partecipato il sindaco di Nave Tiziano Bertoli, il consigliere provinciale Diego Peli, alcuni tecnici di Duferco Sviluppo e Gianpietro Marelli del Comitato per la salvaguardia del territorio di Nave. La Provincia avrà 45 giorni per approfondire le osservazioni presentate dai cittadini e dal Comune di Nave, e nel frattempo si potrà forse capire come e se verrà sanato il vuoto normativo sul tema scorie. Tecnicismi a parte, alla luce delle novità le preoccupazioni dei navensi (e non solo), già sul piede di guerra per la centrale, si stanno concentrando sul traffico pesante che questi due nuovi piani potrebbero portare sulle strade del paese. Come spesso accade in queste occasioni i numeri crescono di ora in ora. C’è chi parla di 5.000 camion all’anno che potrebbero transitare sulla sp 237 del Caffaro, ma il Gruppo coordinamento e documentazione sulla centrale turbogas di Nave fa calcoli diversi: «Secondo la stessa Duferco - si legge in un post - sono previsti 72 camion al giorno per 2 passaggi quotidiani (andata e ritorno) che moltiplicati per 280 giorni lavorativi porterebbero oltre 40 mila mezzi pesanti all’anno sulle nostre strade». Insomma, da una parte c’è l’azienda che, oltre ad aver garantito lavoro a 140 dipendenti, è pronta a investire per rilanciare il sito; dall’altra la gente, impegnata da giorni a raccogliere firme per bloccare la centrale, oggi ulteriormente preoccupata per queste informazioni che arrivano a valanga. Nel mezzo c’è il Comune, che domani sera nel teatro San Costanzo (ci sarà una diretta streaming) tenterà di fare chiarezza spiegando la situazione per poi arrivare con il pubblico a decidere una strategia comune. •

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