Il parco di Villa Glisenti ora è a prova di cinghiali

di M.BEN.
Un tratto della rete posizionata sul lato del monte Palosso
Un tratto della rete posizionata sul lato del monte Palosso
Un tratto della rete posizionata sul lato del monte Palosso
Un tratto della rete posizionata sul lato del monte Palosso

Le incursioni notturne dei cinghiali nel parco di Villa Glisenti dovrebbero essere solo un vecchio ricordo. Grazie alla rete posizionata sul lato confinante con il monte Palosso, gli animali non potranno infatti più scendere nell’area verde che circonda la villa Liberty e fare danni. In passato il parco pubblico è stato messo a ferro e fuoco in diverse occasioni, con gli animali che durante la notte scorrazzavano tra il chiosco e l’area giochi per i bambini. Per questo l’amministrazione è intervenuta installando una recinzione di tipo ecologico, ben studiata e poco impattante. «VOGLIO FARE un ragionamento molto semplice - esordisce il sindaco Gianmaria Giraudini - I cinghiali sono proprietà dello Stato, quando entrano e distruggono una struttura pubblica dovrebbe essere responsabilità dei proprietari occuparsi di sistemare i danni. Invece negli ultimi 5 anni abbiamo dovuto spendere tra gli 8 e i 10mila euro l’anno per ripristinare, senza voler alterare l’aspetto del parco, la cotica erbosa originale composta da sementi particolarmente costose». IL SINDACO di Villa Carcina ha segnalato la questione alle istituzioni, che però hanno sempre fatto orecchie da mercante. Il problema è stato quindi risolto grazie a una rete metallica con pali di castagno verticali. 500 metri di barriera inserita all’interno di un contesto arboreo e posizionata sopra il muretto in pietra costruito tre anni fa per prevenire il dissesto idrogeologico. «Non ho voluto pali di altri materiali proprio perché come impatto visivo il legno è ancora il migliore - conclude il sindaco Giraudini - Il cinghiale non salta, solleva con il muso. La reta bloccata dai pali non può essere sollevata. Abbiamo lasciato ovviamente spazio per il passaggio dei piccoli animali». L'intervento, supervisionato dagli uffici della Soprintendenza di Brescia, è costato alle casse comunali 21500 euro, ma eviterà ulteriori spese per il ripristino in futuro.

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