lo schianto di Lumezzane

Il trentenne alla guida non aveva la patente

di Mario Pari
Quel che rimane dell'auto andata a fuoco dopo lo schianto a Lumezzane
Quel che rimane dell'auto andata a fuoco dopo lo schianto a Lumezzane
Quel che rimane dell'auto andata a fuoco dopo lo schianto a Lumezzane
Quel che rimane dell'auto andata a fuoco dopo lo schianto a Lumezzane

Un dramma che si ripete, che torna a pochi mesi di distanza. Quello di un terribile incidente avvenuto con un conducente che non aveva mai conseguito la patente per guidare un’auto. La prima tragedia, in ordine cronologico, è quella di Rezzato, lungo la «45 bis» in cui persero la vita cinque giovani, tutti senza patente. L’altra sera, quando mancavano pochi minuti a mezzanotte, un’altra auto che si schianta, altri due morti con le fiamme che si sono portate via due giovani vite in modo atroce. Marco Rossi, 30 anni, era al volante della Clio su cui si trovavano anche gli altri tre amici. Dagli accertamenti svolti nella giornata di ieri è emerso che il giovane non aveva mai conseguito la patente «B», quella richiesta per condurre un’autovettura. Aveva conseguito la patente «A», ma gli era stata poi ritirata. In quegli istanti drammatici ci sarebbe quindi stata una manovra azzardata da parte del conducente. Manovra che non solo non è sfuggita a una pattuglia dei carabinieri della compagnia di Gardone Valtrompia, ma che ha costretto anche i militari a fare il possibile per evitare l’impatto con la Clio. Un errore durante la guida, a quanto si è appreso, nessuna intenzione di colpire l’auto con a bordo i carabinieri o di fuggire.

Il tratto di strada che la notte scorsa ha registrato il tragico  incidente costato la vita a due giovani
Il tratto di strada che la notte scorsa ha registrato il tragico incidente costato la vita a due giovani

La vettura che trasportava i quattro ragazzi si è quindi allontanata, i carabinieri non hanno praticamente avuto il tempo nemmeno di decidere di inseguirli. Innanzitutto, dopo essersi spostati sul ciglio della strada si sono rimessi in carreggiata per ripartire. Dopo una manciata di secondi i militari però hanno visto alzarsi le fiamme, hanno capito che qualcosa di gravissimo era successo. Quelle fiamme però non li hanno intimoriti, ma li hanno spinti a raggiungere immediatamente il luogo da cui si stavano sprigionando e a fare il possibile per salvare chi si trovava nella vettura. Tre dei ragazzi sono stati estratti, per uno di loro è stato impossibile. Nessun inseguimento quindi da parte dei carabinieri, ma la certezza di dover intervenire il prima possibile per limitare le conseguenze dell’impatto contro il muro e dell’incendio che si è sviluppato immediatamente. Purtroppo è stato possibile solo fare in modo che la tragedia non avesse dimensioni maggiori rispetto a quelle comunque enormi: un giovane morto carbonizzato e un altro, le cui condizioni erano apparse subito gravissime, deceduto nelle ore successive. Evidentemente ora altri accertamenti verranno svolti, dopo la lunga notte tra lavoro e dolore. Ogni dettaglio si rivelerà importante per fare luce su una tragedia che scaraventa un’altra valle, stavolta è la Valtrompia, dopo la Valsabbia nei mesi scorsi, nella disperazione. Ma sembra difficile evitare di considerare che ancora una volta l’incidente è avvenuto con un conducente che non aveva la patente. Queste in ogni caso rimangono innanzitutto le ore del dolore e della speranza che le altre persone coinvolte superino questa delicatissima fase.•.

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