Investimento con il morto Il caso finisce in archivio

di PA.CI.

Per il consulente a cui la procura della Repubblica di Brescia ha chiesto di ricostruire la dinamica dell’incidente, il 40enne alla guida non avrebbe potuto in alcun modo evitare di travolgere il pedone: perché quest’ultimo stava attraversando la strada lontano dalle strisce pedonali. Così, il reato di omicidio stradale ipotizzato a carico dell’automobilista non è più tale: alla luce della relazione tecnica, la magistratura ha chiesto l’archiviazione. Questo l’epilogo che si prospetta per l’investimento mortale avvenuto lo scorso 18 dicembre a Lumezzane, quando in via Montini un 69enne del paese era stato travolto da una Renault aziendale guidata da un 40enne dipendente dell’impresa. L’impatto era stato molto violento: la vittima, che voleva raggiungere i giardini dall’altra parte della strada, era stata sbalzata in avanti per diversi metri riportando diverse fratture e soprattutto un trauma cranico. Il ferito non aveva mai perso conoscenza durante le operazioni di soccorso e per questo non sembrava in pericolo di vita. Ma una volta in ospedale le sue condizioni si sono aggravate: era morto una decina di giorni dopo l’investimento in un letto dell’ospedale civile di Brescia dove era stato ricoverato subito dopo lo scontro. La Procura aveva ovviamente aperto un fascicolo, appoggiandosi appunto a un consulente per ricostruire la dinamica analizzando anche i rilievi eseguiti dalle forze dell’ordine. Nei giorni scorsi è arrivata la risposta e la relazione conclusiva sembrerebbe appunto scagionare l’automobilista. Perché come detto il 69enne avrebbe cercato di attraversare lontano dalle strisce pedonali. Quel pomeriggio di dicembre, erano circa le 17.30, al buio del tardo pomeriggio si era aggiunta anche un po’ di pioggia che aveva ridotto ulteriormente la visibilità. Il 40enne viaggiava nei limiti di velocità e si sarebbe trovato davanti all’improvviso il pedone. •

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