L’Itis perde iscrizioni: si riparte senza la prima

Nei giorni scorsi era emerso l’inizio della parabola discendente di una elementare, che a settembre riprenderà l’anno scolastico senza la classe prima. Adesso trova spazio un’altra prima mancante, ma a un livello di istruzione superiore. A non avere i numeri sufficienti per la «classe d’ingresso» sarà l’Istituto tecnico industriale, non tanto perché gli studenti non ci siano, ma perché in tanti, in troppi preferiscono frequentare lo stesso indirizzo fuori dalla Valgobbia. È il paradosso che questa valle, industriale da sempre e per decenni esempio produttivo di livello mondiale, sta vivendo ormai da qualche anno. Un percorso di trasformazione che vede ogni anno diminuire gli occupanti delle aule dell’Itis, mentre il Liceo scientifico a indirizzo sportivo viaggia a gonfie vele, e attira ragazzi non solo di Lumezzane. A settembre, l’istituto specializzato in meccanica e meccatronica, e ormai da qualche anno diventato distaccamento del «Primo Levi» di Sarezzo, non potrà appunto contare sulla prima. Ma le famiglie dei cinque potenziali iscritti che si sono fatti avanti non intendono arrendersi e danno battaglia. «Assistiamo ormai da anni a un esodo verso il Beretta di Gardone o il Castelli di Brescia nonostante qui ci sia lo stesso indirizzo di studio - ricordano i genitori -: per qualche motivo assurdo e incomprensibile sulla nostra scuola si stende un velo di scarsa reputazione». L’obiettivo di chi vuol valorizzare l’offerta formativa dell’Itis valgobbino sono proprio le famiglie: «Vogliamo sensibilizzarle - continuano i genitori - sul fatto che l’istituto e i docenti locali non vengono in secondo piano». Nel frattempo, al contrario nel «Beretta» di Gardone si registra il tutto esaurito. «Siamo anche critici sul fatto che da tempo c’è la tendenza a deviare verso l’istituto di Lumezzane quelli che, soprattutto a Gardone, non hanno una buona condotta scolastica - aggiungono dalle famiglie -, ma anche quella di preferire le nostre aziende solo per gli stage». Nel mirino anche gli insegnanti degli ultimi anni delle scuole medie: «Stiamo notando che spesso i nostri studenti vengono orientati a frequentare le scuole altrove - continuano - e questo per noi non è giusto». Per noi sarebbe utile che i dirigenti scolastici si riunissero per distribuire meglio l’offerta formativa; altrimenti si rischia di avere scuole con classi pollaio e altre, invece, quasi vuote». F.Z.

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