L’umanità perde un pezzo Addio al «cuore» dell’Aido

di L.P.
Luigi Bernardelli
Luigi Bernardelli
Luigi Bernardelli
Luigi Bernardelli

L’umanità non è una dote molto diffusa, ed è per questo che la morte di Luigi Bernardelli, un 65enne di Gardone che combatteva da tempo contro una malattia troppo forte, rappresenta una perdita ancora più grande. Perché lo scomparso era da molti anni il presidente del gruppo gardonese dell’Aido (l’Associazione italiana donatori organi) «Monica Giovanelli»: una vera istituzione dell’umanità, appunto. LASCIA il figlio Giulio, al quale era legatissimo, e le sorelle Corinna ed Elena. Il funerale sarà celebrato oggi alle 15,30 nella basilica del Convento, e nell’attesa la salma si trova nella casa funeraria «L’altra riva», da dove partirà per la chiesa. Era titolare di un’azienda a San Zeno Naviglio, la Vipa, che distribuisce componentistica elettronica per le macchine a controllo numerico, e per quelli dell’Aido la sua morte, come dice l’amico Alfredo, «è una grande perdita. Eravamo molto legati e l’ho sentito spesso durante la sua lunga malattia, informandomi sul suo stato di salute e portandogli novità». «Luigi - interviene Dino Brunori, presidente del comitato organizzatore del trofeo Aido di Gardone - era presidente da molti anni, e il mese di settembre ci vedeva fianco a fianco nell’organizzare della gara per auto storiche che ha per obiettivo la diffusione dei valori solidali dell’Aido. Nella vita scegli da che parte stare: lui aveva deciso di stare vicino a chi aveva bisogno di ricevere organi. Aveva sposato fino in fondo i valori dell’Aido e metteva tanto impegno, in modo disinteressato, per il gruppo; per le riunioni e per organizzare la gara». «Era un uomo elegante - aggiunto l’amica Laura - squisito nei modi. Un uomo d’altri tempi, con il quale ci poteva essere un confronto costruttivo. Ed era una persona che sapeva ascoltare e dare ottimi consigli. Abbiamo perso di una persona che ha fatto la differenza». •

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