La lotta alle dipendenze batte a tappeto le scuole

di Marco Benasseni

In passato ragazzi e ragazze vedevano negli stupefacenti sballo e trasgressione, oggi parlano di consumo lenitivo, terapeutico e anestetizzante. I tempi e le problematiche generazionali cambiano, la società si evolve e i giovani hanno sempre più bisogno di strumenti e informazioni corrette per poter imparare gestire le dinamiche quotidiane. Per prevenire uso e dipendenza di stupefacenti, in Valtrompia arrivano 240mila euro, frutto di un bando vinto dalla coop Gaia, capofila del progetto Be smart, in collaborazione con la coop il Calabrone e il Consorzio Gli Acrobati. «Nell’estate del 2020 abbiamo partecipato ad un bando per contrastare l’uso di sostanze e altre dipendenze - spiega Luisa Zani, psicologa, referente e operatrice del progetto - ci sono voluti tempi tecnici, ma ora siamo partiti». I dati raccolti a livello nazionale confermano la necessità di interventi mirati: in Italia l’87% della fascia 15-19 anni ha consumato una volta nella vita l’alcool, il 64% ha bevuto qualche drink nell’ultimo mese e il 37% assume 5 o più bevande alcoliche in un intervallo di tempo molto ristretto. Poi ci sono le droghe: il 34% degli adolescenti ha provato cannabinoidi una volta nella vita, il 12% prende psicofarmaci senza prescrizione (trovandoli in casa o acquistandoli illegalmente), il 10% usa droghe sintetiche. E infine c’è il gioco d’azzardo: il 45% della fascia 15-19 anni ha giocato una volta nella vita, il 7% ha un profilo di gioco problematico. Al servizio multidisciplinare integrato «Gli Acrobati» nel 2021 sono stati presi in carico 730 utenti, l’11 per cento di età compresa tra i 14 e i 25 anni: il 69% di questa fascia usa stupefacenti, il 27% ha problemi legali, il 3% segnala problemi di alcolismo e l’1% soffre di dipendenza da internet. Le azioni previste sono molteplici e coinvolgono 2700 studenti dei 3 istituti superiori e dei 10 istituti comprensivi della Valle, ma valorizza il coinvolgimento della comunità e del mondo adulto. Anche il teatro viene visto come un modo per far esternare le emozioni ai giovani. Cosa c’è di innovativo in questo progetto? «La multidisciplinarietà con cui guardiamo il fenomeno dell’uso di sostanze - risponde Zani - Lo possiamo guardare da tanti punti di vista e per questo coinvolge tante professionalità. Fondamentale il protagonismo dei ragazzi e la peer education».•.

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