Le pesche dedicano la loro festa al ritorno del Brescia in serie A

di Marco Benasseni
La presentazione della festa per il centenario delle pescheLe pesche di Collebeato, il frutto simbolo della comunità
La presentazione della festa per il centenario delle pescheLe pesche di Collebeato, il frutto simbolo della comunità
La presentazione della festa per il centenario delle pescheLe pesche di Collebeato, il frutto simbolo della comunità
La presentazione della festa per il centenario delle pescheLe pesche di Collebeato, il frutto simbolo della comunità

«Le radici di Collebeato stanno nelle radici delle piante di pesche». Ha esordito così lo scrittore Marcello Zane nel presentare la 36esima edizione della festa «I pèrsech de Cobiat» che quest’anno cade nel centenario dell’arrivo della prima coltivazione nel 1919. Al centro dei festeggiamenti, che cominceranno il 12 luglio, c’è come sempre il frutto che ha reso famoso il paese, ma anche i volontari che ogni anno mettono a disposizione tempo e buona volontà per regalare alla comunità una settimana di eventi ed iniziative. «È INDICATIVO VEDERE tanti cittadini mettersi a disposizione per dare il buon esempio - ha ammesso con malcelato orgoglio Gianni Rodella, presidente della Pro loco - più passa il tempo più questa festa coinvolge la comunità. Lo scorso anno abbiamo potuto fare affidamento su oltre 200 volontari, tra cui tanti giovani e giovanissimi che trovano nella festa un’occasione per fare un primo passo nel mondo del sociale. L’evento insomma è anche un momento di crescita collettiva che rafforza il senso di comunità». IN PASSATO la festa delle pesche si è spesa in nome della disabilità, dei terremotati, e della violenza sulle donne, ma per questa edizione le magliette dello staff riporteranno un colore e una lettera per festeggiare il ritorno del Brescia in serie A. «Per noi è un ulteriore motivo per festeggiare - ha aggiunto Gianni Rodella - questo è anche il periodo dei centenari: dopo quello della Grande guerra si parla di grandi pesche. Nel 1919 vennero importate dal Canada le prime piante che hanno caratterizzato la storia del paese». Le pesche di Collebeato erano particolarmente ambite nella prima metà del secolo scorso. Lo ricordano bene i libri di Marcello Zane, scrittore e storico. Tutto è cominciato nel 1919 quando Filippo Rovetta ha fatto un gesto simbolico ma straordinario: ha sradicato un vigneto per far posto alle piante di pesco. Solo in seguito sono nati i pescheti di diverse famiglie che hanno saputo fare la differenza rendendo ambito il frutto di Collebeato. Qualche numero per dare l’idea della ricaduta della coltivazione dei frutteti nella storia di Collebeato di tutto il comprensorio. NEL 1920 VENIVANO venduti 5 mila quintali di pesche, ma la produzione massima si raggiunse nel 1948, anno in cui i festeggiamenti sono in onore dei 10 mila quintali di frutti raccolti, più del 65 per cento della produzione provinciale. Poi inesorabilmente la produzione - anche nei paesi vocati come Villa Carcina e Concesio dove attorno al 1910 la coltivazione viene introdotta da Pietro Sorlini -, inizia a scendere ma le manifestazioni dedicate al frutto non si fermano. L’attività di coltivazione della pesca insomma scema velocemente per far spazio ad altri mercati più redditizi, ma entra a pieno titolo nella storia del ‘900. Le celebrazioni in onore del frutto simbolo di Collebeato cominceranno venerdì 12 luglio con il concerto dei gruppi di Collebeato nei giardini Paolo VI di via Saletto. Da lunedì 15 la rassegna si trasferirà nelle diverse contrade del paese, per arrivare giovedì nel parco Primo Maggio dove musica, spettacoli e stand gastronomico saranno i protagonisti di un lungo fine settimana che anche quest’anno richiamerà migliaia di persone. •

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