Licenza revocata
ai negozianti
«evasori»

di Marco Benasseni
Il palazzo comunale di Bovezzo: tolleranza zero per gli evasori
Il palazzo comunale di Bovezzo: tolleranza zero per gli evasori
Il palazzo comunale di Bovezzo: tolleranza zero per gli evasori
Il palazzo comunale di Bovezzo: tolleranza zero per gli evasori

L’evasione da queste parti non manca, e 174mila euro di tasse non pagate hanno fatto rizzare le antenne all’amministrazione comunale di Bovezzo; che ha deciso di correre ai ripari modificando il regolamento disciplinare delle misure preventive per contrastare appunto i furbi del fisco (locale). La scelta è decisamente forte: per un anno, questa la durata della sperimentazione, l’ente locale potrà revocare la licenza alle attività commerciali e produttive di Bovezzo a fronte di un debito di 350 euro nei confronti dell’ente. Insomma: un nuovo e apparentemente potente strumento a disposizione dell’amministrazione per contrastare l’aggiramento delle imposte; una piaga che sembra inguaribile. Il capitolo dei crediti di dubbia esigibilità è composto per il 60% da Imu non pagata, per il 13% dalla Tari e per il 27% da multe e sanzioni. Soldi che al Comune servirebbero per far quadrare i conti e che comunque dovrebbero essere recuperati per garantire l’equità fiscale nei confronti di chi invece paga regolarmente. Per questo durante l’ultimo consiglio comunale la maggioranza guidata dalla sindaca Sara Ghidoni ha deciso di appellarsi alle misure previste da un decreto legge a tema che permette agli enti locali manovre in questo senso. INIZIALMENTE la proposta della maggioranza era quella di fissare la soglia a 200 euro, ma per l’opposizione era troppo bassa. «Hanno proposto la modifica del regolamento con un tetto a 200 euro, noi abbiamo fatto una controproposta a 500, visto che non ci sembrava corretto imporre un limite così basso - spiega Massimo Imparato di Uniti per Bovezzo -. Alcune persone potrebbero trovarsi in un momento di difficoltà e essere in un periodo anche psicologicamente complicato, e sentire la pressione del Comune per una cifra così ridicola ci sembrava poco intelligente. Il Comune dovrebbe essere una risorsa che aiuta il commerciante del territorio a guadagnare e non un impedimento. C’è stata quindi una controproposta a 350 euro e noi abbiamo accettato». Ed ecco approvato unitariamente il nuovo regolamento che, come dicevamo, sarà applicato in via sperimentale per un anno. «Non vuole assolutamente essere una misura vessatoria nei confronti della nostre attività commerciali e produttive - precisa il sindaco -. Prima di arrivare alla revoca della licenza, infatti, sono previsti numerosi solleciti e la possibilità di concordare un piano di rientro dilazionato». Nessuna caccia alla streghe, semplicemente un intervento necessario per cercare di far quadrare il bilancio civico. Le tasse non pagate finiscono nel capitolo dei crediti che non si sa se verranno effettivamente saldati, e quindi, per poter quadrare i conti deve essere compensati con altre entrate che devono essere sottratte a capitoli che interessano la comunità. Questo può tradursi in un ridimensionamento dei servizi, e come sempre per colpa di pochi pagano tutti. •

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