Lodrino, i criminali dei boschi danno fuoco alla Valle Duppo

di Marco Benasseni
Una istantanea dell’incendio appiccato in Valle DuppoUno degli elicotteri impiegati mentre si rifornisce di acqua
Una istantanea dell’incendio appiccato in Valle DuppoUno degli elicotteri impiegati mentre si rifornisce di acqua
Una istantanea dell’incendio appiccato in Valle DuppoUno degli elicotteri impiegati mentre si rifornisce di acqua
Una istantanea dell’incendio appiccato in Valle DuppoUno degli elicotteri impiegati mentre si rifornisce di acqua

È servito il lavoro pericoloso di 30 volontari per spegnere l’incendio quasi certamente appiccato ieri a Lodrino, alla testata della Valle Duppo, nelle vicinanze del campo di tiro. Qualche criminale ha deciso di approfittare della siccità mandando in fumo un’importante area sui monti che guardano verso la Valsabbia. «Certamente tutto mi aspettavo, ma non un ulteriore disastro ambientale sulle montagne del mio paese - ha dichiarato il sindaco Bruno Bettinsoli -. Ancora una volta solo l’impegno dei volontari della nostra Protezione civile, insieme alle squadre venute dalla Valtrompia e all’elicottero da Bovegno e col coordinamento dei funzionari della Comunità montana e dei carabinieri forestali, ha permesso di domare con enormi difficoltà le fiamme». Proprio i carabinieri forestali stanno approfondendo l’origine del rogo divampato alle 11,30 e domato solo nel tardo pomeriggio: alle 17 i volontari si stavano ancora occupando della bonifica. Lo spegnimento, come ha voluto evidenziare Bettinsoli, è stato merito della collaborazione di numerose persone arrivate da tutta la valle. Ma è stato necessario far volare anche due elicotteri, riforniti d’acqua dalla vasca attrezzata dai vigili del fuoco. IL SINDACO non si sbilancia, ma gli incendi di certo non partono da soli; di sicuro non in questo periodo. E i carabinieri stanno facendo i dovuti accertamenti. «Qualche esperienza ce l’ho - aggiunge Bettinsoli -. Di sicuro è stato un rogo provocato. La zona è soleggiata, la vegetazione secca, il vento ha fatto il resto». Da Lodrino si vede solo una cresta bruciata sulla vetta, mentre dalla Valsabbia la macchia nera è evidente. «Quanta rabbia - commenta Clara Ricci, vicepresidente della Comunità montana -. L’ennesimo atto criminale. Questi gesti non solo provocano danni enormi all’ambiente, ma mettono a rischio le vite dei volontari». In questo stesso punto, nell’estate del 2007 c’era stato un incendio molto più esteso, spento dopo giorni di lavoro. •

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