Stando alle previsioni elaborate dagli uffici civici, quest’anno la bolletta energetica «pubblica» che peserà sulle casse del Comune di Lumezzane sarà di 345 mila euro; senza contare l’ulteriore esborso di 115 mila euro per la manutenzione. Tanti soldi, impiegati per illuminare (in molti casi male) le strade della città.
Serviva e serve una inversione di tendenza, e il processo è effettivamente iniziato con il piano regolatore dell’illuminazione approvato dalla scorsa amministrazione e con il riscatto, avvenuto l’anno scorso, di tutti i 3.005 punti luce pubblici esistenti. Di questi, 314 lungo la viabilità principale dal Termine fino in via Valsabbia sono già stati sostituiti (con una spesa da 200 mila euro) con i più moderni lampioni a led, e tra questo e i prossimi anni sarà il turno degli altri.
Perchè pochi giorni fa in giunta è stato approvato un progetto di fattibilità da 1,7 milioni di euro che si propone di rivoluzionare l’illuminazione valgobbina, risparmiando sui costi di energia e manutenzione. Quanto emerge dallo studio è desolante. Su 64 tratti stradali verificati solo quattro sono illuminati in modo adeguato: nei due terzi dei casi sono semibui e per il resto, al contrario, persino troppo luminosi.
Il progetto ha inquadrato dieci zone di intervento tra le diverse frazioni, ma via Monsuello intende puntare su quattro aree più sensibili: Gazzolo-Termine, Pieve, Montagnone-San Sebastiano e Sant’Apollonio. Entrando nel dettaglio, il piano prevede di sostituire la maggior parte dei lampioni e di aggiungerne altri 39, di inserire lampade a led al posto di quelle a vapori di mercurio, e la sistemazione delle linee di alimentazione sotterranee e aeree e dei quadri elettrici. Con un occhio di riguardo agli attraversamenti pedonali. La tecnologia a led consente tra l’altro di regolare il flusso e l’intensità della luce, quindi anche di diminuire l’inquinamento luminoso, nel momento in cui le strade, soprattutto di notte, restano deserte.
TUTTO QUESTO, tradotto in numeri e cifre riportate nello studio comporterà una potenza e quindi consumi corrispondenti a un terzo dei livelli attuali, meno necessità di manutenzione e un risparmio di oltre 200 mila euro all’anno in bolletta. Parlando di cantieri sarà necessario poco più di un anno di lavoro, che però il Comune diluirà nel tempo e in fasi definendo lo stanziamento di risorse al momento del progetto esecutivo.