Macellazioni clandestine Censurata una parte del processo cinghiali

La Cassazione è intervenuta sull’esito del processo cinghiali
La Cassazione è intervenuta sull’esito del processo cinghiali
La Cassazione è intervenuta sull’esito del processo cinghiali
La Cassazione è intervenuta sull’esito del processo cinghiali

Dalle discariche fuori controllo alle campagne di contenimento dei cinghiali la distanza è notevole, ma sono sempre i carabinieri forestale di Vobarno, o meglio una delle loro indagini, a essere i protagonisti di un colpo di scena. Parliamo di quello che era diventato un processo nato attorno a una serie di ipotesi di reato e con otto imputati (funzionari pubblici, politici, personale e dirigenti della polizia provinciale e dirigenti dell’Ambito territoriale unico di caccia) mandati alla fine tutti assolti su richiesta dello stesso pubblico ministero. Il colpo di scena? Il procuratore generale della Corte d’Appello di Brescia ha impugnato parte della sentenza di assoluzione davanti alla Corte di Cassazione, e adesso, per decisione della terza sezione penale, tre degli ex imputati dovrebbero subire un nuovo processo attorno a uno dei reati ipotizzati nell’inchiesta e nel dibattimento: quello di macellazione clandestina. Dovrebbero, perchè la prescrizione incombe. In sintesi, l’impugnazione accolta contesta un’interpretazione normativa fatta nel primo processo: la legge prevede la possibilità per un cacciatore di cedere direttamente a consumatori terzi un solo esemplare di selvaggina abbattuta all’anno (in questo caso un capo di cinghiale) senza passare dai Centri di lavorazione della selvaggina esistenti sul territorio, strutture autorizzate e «garantite» dal punto di vista del rispetto delle norme sanitarie. Ma negli anni presi in esame dalle indagini dei carabinieri forestale, i provvedimenti amministrativi della Provincia e della Regione legati ai piani di contenimento hanno previsto la consegna dei capi abbattuti alle squadre di cinghialai: si trattava di centinaia di capi, e ora la Cassazione chiede di verificare se gli stessi provvedimenti ne autorizzavano anche la cessione diretta a terzi saltando il previsto passaggio dai Cls e concretizzando appunto il reato di macellazione clandestina «moltiplicata». Per il presunto reato legato a una parte dei capi abbattuti presi in esame dall’indagine, che ha spaziato su diverse annualità, è già scattata la prescrizione, ma resterebbe ancora una quota significativa di esemplari finiti chissà dove su cui indagare. Anche se il processo bis non si farà, per i militari impegnati nelle verifiche c’è il conforto che deriva dalla sottolineatura della fondatezza delle indagini. Se invece si facesse dovrebbe riguardare l’ufficiale del Nucleo ittico venatorio della polizia provinciale Gianluca Cominini, l’ex presidente della Provincia Pierluigi Mottinelli e l’ex presidente dell’Atc unico, Oscar Lombardi. P.Bal.

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