Migrazioni, perché? Superare i confini è nella nostra natura

di M.BEN.

Sconfinare significa superare un limite, e l’umanità lo fa da sempre. Superando catene montuose, deserti, mari, per necessità o desiderio. Superando limiti fisici, inventando strumenti, tecniche, per esigenza o ambizione. Superando limiti mentali, costruendo modelli sociali, creando miti. Da questa prospettiva la migrazione appare il processo umano più naturale; che non implica solo il superamento di una barriera di roccia o d’acqua, ma anche sociale e mentale, sia per la cultura che accoglie, sia per quella accolta. DOMANI, nell’oratorio San Filippo Neri di Nave si parlerà proprio di questo. «Sconfiniamo - Culture in movimento» è l’iniziativa che arriva a conclusione del programma di sensibilizzazione del progetto «Sprar/Siproimi Valle Trompia Accogliente». L’evento è l’esito di una co progettazione tra Comunità montana, Comune di Nave e gli enti gestori del progetto di accoglienza in valle: le cooperative Il Mosaico e Infrastrutture sociali. L’obiettivo è portare all’attenzione dei cittadini i temi delle migrazioni forzate e dei sistemi di accoglienza per persone titolari di protezione internazionale. «La finalità è aprire un confronto tra gli attori dell’accoglienza e la gente per contribuire all’abbattimento di stereotipi e pregiudizi, affrontando in maniera franca opportunità e problemi che il fenomeno delle migrazioni forzate porta con sé», spiega l’operatore Roberto Bondio. La giornata inizierà alle 10 con la presentazione di un elaborato realizzato dagli scolari dell’elementare; poi un dibattito con Donatella Albini e Carla Ferrari Aggradi, rispettivamente ginecologa, psichiatra e volontarie di Mediterranea e Carlo Alberto Romano, criminologo e presidente dell’associazione Carcere e territorio. Alle 13 il pranzo a offerta libera: il ricavato sarà devoluto alla campagna di crowfunding #primalepersone. Infine «Lettere», un video partecipativo del regista Dagmawi Yimer e di Susanna Guerini. •

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