Multe per il «rosso» al Crocevia C’è un caso corsie da analizzare

di Marco Benasseni
Il semaforo con rilevatore delle infrazioni installato nella località Crocevia di Sarezzo
Il semaforo con rilevatore delle infrazioni installato nella località Crocevia di Sarezzo
Il semaforo con rilevatore delle infrazioni installato nella località Crocevia di Sarezzo
Il semaforo con rilevatore delle infrazioni installato nella località Crocevia di Sarezzo

Nonostante gli avvertimenti stradali e i servizi giornalistici che hanno affrontato in modo approfondito il tema, sono sempre molti gli automobilisti che vengono multati ogni mese dal dispositivo photored installato nella località Crocevia di Sarezzo, all’altezza dello svincolo che porta a Lumezzane: tra questi figura anche un nostro lettore che però mette in dubbio la legittimità di una parte della sanzione comminata. O meglio la filosofia stessa del provvedimento. Lo scorso anno, lo ricordiamo, le violazioni semaforiche rilevate con i due dispositivi presenti a Sarezzo sono state più di mille, e hanno generato un introito per il Comune di 142 mila euro totalmente investito nel potenziamento della sicurezza stradale. Ma qualcuno non ha digerito i verbali. «Dopo aver letto i vostri articoli in merito alle multe comminate dal Comune di Sarezzo ho voluto fare una ricerca per chiarire un mio forte dubbio - spiega Marco (il nome è di fantasia, poi spiegheremo il motivo) -. In quel territorio elevano sanzioni contestando il passaggio con il semaforo rosso anche a chi, scendendo da Nord, occupa la corsia riservata che prevede esclusivamente la svolta a sinistra verso Lumezzane, e che poi tira dritto sulla provinciale saltando la coda quando scatta il verde nella corsia a fianco. Proprio in merito a questo tipo di azione ho trovato informazioni che dovrebbero essere portate all’attenzione del comando della Polizia locale». Il problema è che l’automobilista sanzionato oltre a incassare la multa ha dovuto subire anche la decurtazione di 6 punti dalla patente di guida. L’auto che guidava, però, era intestata all’azienda per la quale lavora (ed ecco spiegato l’uso di un nome di fantasia), che ha deciso di farsi carico della sanzione e anche dei costi extra che vengono notificati quando si decide di non fornire i dati del conducente. In seguito all’«incidente», poi, il nostro lettore ha messo sotto la lente alcuni casi molti simili al suo che evidenzierebbero la necessità di un atteggiamento più soft. Il Giudice di pace di Torino, per esempio, in una sentenza del 2019 ha confermato che «non può essere sanzionato per il passaggio con il rosso il conducente che si incanala nella corsia riservata ai veicoli che devono svoltare, dove la luce semaforica effettivamente impone lo stop, ma poi procede diritto, nella direzione consentita ai veicoli incanalati nella corsia accanto alla sua dove il semaforo presenta luce verde». È un messaggio chiaro, e secondo lo stesso Giudice di pace, nonostante l’errata canalizzazione non può essere imputato il passaggio con il semaforo rosso posto che al momento del rilievo per i veicoli che proseguono diritto la luce semaforica è verde. Anche sui siti «Vigile amico» e «Soluzione multa - Gli specialisti dei ricorsi contro le multe» si possono trovare casi simili che riportano le medesime decisioni dei giudici di pace (l’ultima è del 2020), che di fatto danno ragione a chi aveva presentato ricorso. «Usare la corsia sbagliata non è giusto ed è sanzionabile, ma la violazione non può essere paragonata al passaggio con il rosso, sia relativamente all’ammontare della sanzione amministrativa, sia a proposito della decurtazione dei punti dalla patente - conclude Marco -. Ricordiamoci anche che al secondo passaggio con la luce rossa nell’arco di 2 anni la patente viene sospesa da uno a tre mesi, e che sarebbe grave subire una restrizione simile per l’utilizzo scorretto di una corsia. Soprattutto se si utilizza un veicolo come strumento di lavoro». Insomma: alla luce delle segnalazioni e leggendo le sentenze, l’automobilista multato e «decurtato» - che solleva il caso - sembrerebbe aver violato l’articolo 146 del Codice della strada (ai commi 1 e 2) per non aver osservato il comportamento indicato dalla segnaletica stradale, e per questo avrebbe dovuto «meritare» una sanzione da 35 euro e la perdita temporanea di due punti della sua patente di guida, non i sei che invece vengono cancellati (sempre temporaneamente) a chi tranquillamente ignora un semaforo acceso che impone lo stop, insieme a una multa che ammonta a 167 euro durante il giorno e che sale a quota 222 se la violazione viene commessa nelle ore notturne.•.

Suggerimenti