No al supermarket, obiettivo referendum

di Marco Benasseni
Uno scorcio dell’area centrale di Villa Carcina destinata a ospitare il supermercato
Uno scorcio dell’area centrale di Villa Carcina destinata a ospitare il supermercato
Uno scorcio dell’area centrale di Villa Carcina destinata a ospitare il supermercato
Uno scorcio dell’area centrale di Villa Carcina destinata a ospitare il supermercato

È entrata da qualche giorno in una fase decisamente operativa l’attività del comitato «I Cittadini Contano» di Villa Carcina. Il gruppo si oppone al nuovo supermercato, e sta lavorando per ottenere un referendum sul tema. «Promuoveremo il quesito da sottoporre entro il 15 ottobre alla commissione tecnica comunale (è composta dal segretario e da due esperti in materie giuridiche) - spiega Isaia Mensi - e la raccolta delle 100 firme di cittadini necessarie a sostegno del quesito stesso». Perché sia giudicato legittimo e ammissibile al referendun consultivo, il quesito deve rispondere ai requisiti previsti dal regolamento per il funzionamento degli istituti per la partecipazione» del Comune, approvato nel 2004. Bloccare la costruzione del supermercato sarebbe comunque solo una mezza vittoria per il comitato, che vede come unica soluzione la riappropriazione nel medio periodo dell’area di va Marconi da parte del Comune e la sua trasformazione in un parco urbano. «Il quesito, inserito in un contesto di riferimenti deliberativi sul supermercato, o meglio sulla media struttura di vendita di 2.000 metri quadri di superficie lorda di pavimento - continua Mensi - è stato predisposto su un modulo per la raccolta di firme che gestiremo durante alcuni appuntamenti pubblici: il prossimo è in programma lunedì 21 durante il mercato di Villa Cogozzo, in via Repubblica. In caso di necessità raccoglieremo sottoscrizioni anche a domicilio». IL MOTIVO per cui il comitato si è mosso su questa strada difficile, per di più con una emergenza sanitaria che limita le iniziative pubbliche, lo spiegano gli attivisti ogni volta che fermano qualcuno: «Al di là dei diritti proprietari della società Castello, che opera per la politica espansionista della maggiore catena europea di distribuzione discount - ricordano - rivendichiamo i diritti sociali sull’area di via Marconi acquisiti con la prima convenzione urbanistica del 1995, quella sottoscritta dalla Immobiliare Sempione parco, che cedeva alla popolazione come standard sociali (verde, posteggi, attrezzature pubbliche) 45mila metri quadri della ex Lmi, in modo da realizzare sui restanti 100mila metri una reindustrializzazione». Insomma, il Comitato chiede alla comunità se si sente favorevole all’arrivo di un supermercato e punta il dito contro l’ente locale «colpevole di un ingiustificato immobilismo». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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