Non soltanto mascherine. Le donne della «Cesar» danno lezioni di impresa

di Marco Benasseni
Concesio  Il laboratorio di sartoria diventato ufficiale grazie alla collaborazione tra Fondazione Cesar e Comune
Concesio Il laboratorio di sartoria diventato ufficiale grazie alla collaborazione tra Fondazione Cesar e Comune
Concesio  Il laboratorio di sartoria diventato ufficiale grazie alla collaborazione tra Fondazione Cesar e Comune
Concesio Il laboratorio di sartoria diventato ufficiale grazie alla collaborazione tra Fondazione Cesar e Comune

Avevano «debuttato» con generosità e con successo durante il primo lockdown, mettendosi a disposizione per produrre le preziosissime mascherine che allora erano introvabili. Adesso le sarte della Fondazione Cesar di Concesio, forti di quella bella esperienza hanno deciso di proseguire fondando una vera sartoria che si è trasformata in una opportunità di lavoro. «C’è un legame duraturo che unisce le donne dell’Italia a quelle del Sud Sudan, ed è come un doppio filo di capacità e competenze che permette loro di lavorare con l’arte della sartoria e di avere una fonte di guadagno - racconta la presidente di Cesar Mariangela Rossini - “Doppio filo” è anche il nome della sartoria sociale della Fondazione nata dal progetto “ConDiVidiamo la ripartenza”, sviluppatosi in modo spontaneo durante il primo lockdown del 2020, quando una serie di volontarie avevano unito le loro forze impugnando ago e filo per realizzare mascherine per la comunità di Concesio». La nascita ufficiale del laboratorio è stata sancita lo scorso agosto: uno sviluppo avvenuto anche grazie alla collaborazione della Fondazione con l’assessorato alle Pari opportunità del Comune di Concesio, che ha concesso il patrocinio e la disponibilità di alcuni locali per svolgere l’attività. Perché doppio filo? «Il nome della sartoria da un lato indica il legame tra le donne italiane e africane, e dall’altro anche il doppio legame e lo scambio reciproco tra la Fondazione Cesar e le donne che collaborano con essa - risponde Rossini -. Queste persone hanno ricevuto da Cesar l’opportunità di un lavoro e allo stesso tempo la Fondazione ha a disposizione competenze in questo ambito artigianale. Le donne, le italiane e quelle del Sud Sudan, sono l’energia dei propri territori e sono capaci di trasformare le sfide e gli ostacoli in opportunità. Il doppio filo che le unisce è quella voglia di fare per rendere migliore il loro domani grazie al lavoro». Entrando nei dettagli, tra i piccoli lavori offerti dal laboratorio di Concesio c’è, per esempio, il cambio delle cerniere per pantaloni o gonne, il rifacimento degli orli, da quelli classici ai risvolti a doppio ago; la sistemazione di tendaggi; il restringimento o allargamento dei vestiti; il ricamo (punto croce o creativo) e il confezionamento di set per l’asilo: bavaglino, salviettina, sacchettino e bustina personalizzati. Le artigiane ricevono il martedì e il giovedì, dalle 8,30 alle 12,30, nella sede della Fondazione di via Galileo Galilei (41/A) a San Viglio, e rispondono allo 030 218 0654. «Condividiamo la ripartenza è un progetto nato per la produzione di mascherine per i lavoratori, ma l’esperienza è stata così importante che ha messo in moto la sinergia tra Cesar e Comune per proseguire - ricorda Erika Vaccari, assessore alle Pari opportunità -. Sono orgogliosa di essere madrina di Doppio filo, una realtà sociale che sa di solidarietà femminile e imprenditoria».•.

Suggerimenti