Orti sociali, il successo porta al raddoppio

di Marco Benasseni
Uno scorcio degli attuali orti sociali di Villa Carcina
Uno scorcio degli attuali orti sociali di Villa Carcina
Uno scorcio degli attuali orti sociali di Villa Carcina
Uno scorcio degli attuali orti sociali di Villa Carcina

Si intitola evocativamente «Ritorno al passato 2» il progetto al via in queste ore a Villa Carcina: un piano di grande ampliamento di quegli orti sociali e solidali che hanno rappresentato anche (appunto) un recupero della quasi scomparsa tradizione dell’autoproduzione di verdura e frutta. L’operazione prevede la realizzazione di 12 nuovi orti di piccola pezzatura, ma anche di appezzamenti più ampi per sviluppare la presa in carico di una parte del territorio comunale da parte dei privati. «L’intervento, per il quale è stato chiesto il supporto tecnico e progettuale della Comunità montana, prevede l’allargamento del comparto che ospiterà un prato stabile, un frutteto, un nuovo spazio didattico e 12 nuovi orti da assegnare a scopi sociali - precisa l’assessore all’Ambiente Anna Rizzinelli -. Importante sarà pure la reintroduzione e la valorizzazione di colture tipiche a lato degli ormai pochi filari di pesche originali rimasti, segno di una tradizione per la quale Villa Carcina era famosa». Sta per succedere sempre nella zona che costeggia la pista ciclabile e il Mella, che ospiterà anche un progetto di apicoltura che occuperà una parte del prato stabile. Le api saranno anche protagoniste di alcune azioni inserite nel Piano per il diritto allo studio del prossimo anno. L’investimento del Comune per questo è stato di 25 mila euro, mentre l’intero intervento, parzialmente coperto dalla Comunità montana, ha un costo complessivo di circa 50 mila. Il cantiere durerà 40 giorni, per permettere di partire con slancio in primavera. A breve sarà pubblicato il bando di affidamento per assegnare i 12 orti, mentre per i tre lotti di grandi dimensioni si stanno valutando diverse possibilità con la Comunità montana. Gli orti sociali di Villa Carcina nascono nel 2013. La cooperativa sociale La Rete e il Comune hanno iniziato allora una collaborazione per recuperare un terreno pubblico abbandonato a Cogozzo, all’interno del Parco del Mella. Il piano ha contribuito alla riqualificazione di parte del paesaggio locale ed è diventato un punto di riferimento della comunità. Un luogo sempre più bello e curato che si affaccia su un’area pubblica. DAL 2013 hanno partecipato alle attività dell’orto persone in condizioni di fragilità sociale (disagio adulto e richiedenti asilo) e sanitaria (salute mentale), anche grazie all’appoggio del Centro psicosociale di Concesio che ha fatto dell’orto un riferimento per le attività dei propri utenti. Poi sono fiorite iniziative ad ampio raggio: nel 2015 è stata la volta del convegno «Progettazione di orti sociali urbani: esperienze a confronto» all’Expo di Milano (e in collaborazione con l’Università di Bologna e il Dipartimento di Salute mentale degli Spedali Civili di Brescia), e nello stesso anno l’orto è stato oggetto del laboratorio di fotografia sociale «Scatti randagi». Infine, nel 2017 il progetto ha ottenuto il premio «Imprese di Valore» di Regione e UnionCamere. •

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