Sono serviti quattro anni di lavoro per sistemare i due appartamenti di via Sant’Emiliano che, a Sarezzo, saranno il cuore del progetto comunale di housing sociale. A cantieri ultimati l’amministrazione non è rimasta con le mani in mano e ha già trovato una persona che si trasferirà al piano terra. L’housing sociale è un servizio temporaneo che ha lo scopo di supportare alcuni cittadini in difficoltà. L’obiettivo non è soltanto offrire un tetto, ma anche accompagnare i nuovi inquilini in un percorso che li possa rendere autonomi in tempi brevi. I due alloggi potranno ospitare un genitore con figli minori e una persona con disabilità, eventualmente affiancata da un accompagnatore. Come dicevamo, i lavori sono iniziati nel 2016, poi si sono bloccati a causa di alcuni problemi con l’impresa costruttrice. Il Comune ha quindi risolto il contratto e aperto un’altra gara per ultimare gli interventi. Il tutto è stato fatto in collaborazione con la Sovrintendenza in quanto la struttura, nel centro storico, ha rilevanze storiche e artistiche. All’interno della nuova casa sono stati realizzati due appartamenti: un bilocale al piano terra, con soggiorno e cucina, una camera doppia e un bagno; e un quadrilocale al primo piano con soggiorno, cucina, una doppia, due singole e un bagno. LA SOLUZIONE al piano terra accoglierà a giorni una persona con disabilità che si trasferirà a vivere da sola. Proprio davanti all’ingresso dell’abitazione è presente un parcheggio riservato che assicura un’ulteriore comodità al nuovo inquilino. «Il progetto di housing sociale è finalizzato all’assegnazione temporanea degli spazi - spiega la sindaca Donatella Ongaro -. Dico temporanea perché l’ingresso fa parte di un progetto a carico dei Servizi sociali che accompagneranno gli ospiti in un percorso verso l’autonomia e l’integrazione». Con una delibera di Giunta del 15 gennaio scorso è stato messo nero su bianco il vincolo d’uso che permetterà di sfruttare per i prossimi 15 anni l’intero immobile per questa finalità. La ristrutturazione aveva ottenuto 200 mila euro dalla Regione, con l’obbligo di lasciare la destinazione d’uso per fini sociali. •