Referendum sul supermarket, ecco le firme

di Marco Benasseni
Referendari impegnati nella raccolta di firme a Villa Carcina
Referendari impegnati nella raccolta di firme a Villa Carcina
Referendari impegnati nella raccolta di firme a Villa Carcina
Referendari impegnati nella raccolta di firme a Villa Carcina

Da qualche giorno a Villa Carcina è scaduto il termine per la presentazione delle osservazioni al progetto del nuovo supermercato, e prevedibilmente i «messaggi» non sono mancati. Il Comitato promotore del referendum, che nel frattempo ha raccolto a tempo di record le 900 firme necessarie per dare il via alla consultazione sulla realizzazione del nuovo soft discount, ne ha infatti depositate ben 14, mentre sono 2 quelle di altra provenienza. «Abbiamo analizzato tecnicamente tutta la documentazione prodotta dai privati e dall’Amministrazione comunale per produrre osservazioni contestative, e le abbiamo depositate entro il temine del 4 gennaio - afferma Isaia Mensi -. Sono 14, elaborate con il concorso di validi professionisti locali e provinciali. Tutti gli aspetti della variante pro supermercato sono stati esaminati e comparati con le normative locali (il Pgt) e generali, con le leggi regionali e nazionali, mettendo in luce una serie di limiti di lieve e grave entità che evidenzierebbero la superficialità della variante urbanistica, le lacune tecniche e amministrative che l’hanno accompagnata». Adesso saranno prima analizzate dall’Ufficio tecnico comunale, poi presentate alla commissione competente e, infine, discusse e votate in un consiglio comunale previsto per febbraio: quello che avrà all’ordine del giorno l’approvazione della variante che dà il via al supermercato. «Abbiamo interpellato tutti gli enti sovracomunali citati nelle osservazioni - spiega il vicesindaco Gianmaria Giraudini - inoltrando il progetto per permettere loro di darci le risposte che ci servono. Tutte le osservazioni sono state accettate, ora verranno approfondite da professionisti e discusse in aula». TRA LE CRITICHE emergono dubbi sul cambio di destinazione d’uso e sulle distanza dalla strada provinciale. «Con la delibera consiliare di fine settembre 2020 è stata di fatto revocata la pubblica utilità dell’ambito Ex PA5 - spiega il presidente del comitato Ivano Scalvini -. Inoltre, la deroga dall’arretramento da 10 metri a 5 rispetta sì le disposizioni del nuovo codice della strada, ma il regolamento indica che le distanze vanno misurate dal confine stradale (escludendo il marciapiede) e non dalla sede veicolare come invece riportato nella tavola 4 del progetto». Insomma: le questioni sono molto tecniche. Per ora il comitato ricorda che nella vicenda delle ex aree industriali Lmi «la variante Castello non è il primo ma il terzo attacco speculativo». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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