Senza casa ma con
un lavoro è costretto
a vivere in camper

di Marco Benasseni
Il 42enne di Villa Carcina davanti alla sua casa temporaneaIl vecchio camper ora parcheggiato a Sarezzo
Il 42enne di Villa Carcina davanti alla sua casa temporaneaIl vecchio camper ora parcheggiato a Sarezzo
Il 42enne di Villa Carcina davanti alla sua casa temporaneaIl vecchio camper ora parcheggiato a Sarezzo
Il 42enne di Villa Carcina davanti alla sua casa temporaneaIl vecchio camper ora parcheggiato a Sarezzo

Quando si parla di senzatetto si pensa a un fenomeno sociale da città. In realtà la crisi economica e anche le separazioni lasciano il segno ovunque. Lo sa bene Omar, un 42enne di Villa Carcina che negli ultimi tre anni ha vissuto prima in una baraccopoli lungo il Mella, poi in una casa abbandonata a Nobili e ora in un camper fatiscente parcheggiato dietro le Calchere del Crocevia, a pochi passi dalla pista ciclopedonale. La sua è una storia come quella di molti padri che dopo la separazione si trovano prosciugati dai costi di mantenimento di moglie e figli. Troppo poveri per permettersi un appartamento ma troppo «ricchi» per ottenere una casa popolare. «Mi sono separato 4 anni fa da mia moglie e sono rimasto per un po’ con mia madre - racconta Omar -. Lavoro nella Rsa di Sarezzo come Asa e guadagno 1.100 euro, 600 dei quali mi vengono trattenuti come mantenimento delle mie due figlie. Due mesi fa mi è arrivato un conto di 10 mila euro di arretrati per spese extra. Non riesco più a pagare il mutuo della casa in cui vivevo con la famiglia, che verrà pignorata». DA SEI MESI abita in un vecchio camper, che nelle ultime settimane sosta in via dei Pianotti, a Sarezzo. Inizialmente i residenti, intimoriti dall’arrivo del mezzo sgangherato, hanno contatto il Comune che ha riferito di aver fatto intervenire la polizia locale. Il veicolo aveva bollo e assicurazione in ordine, ma solo giorni dopo si è capito che non era semplicemente parcheggiato, ma vissuto. «Ho fatto domanda per una casa popolare a Villa Carcina, ma sono in fondo alla graduatoria - prosegue -. Prima o poi mi deciderò a dormire davanti al municipio. Prima di arrivare in via dei Pianotti vivevo davanti alla casa di riposo in cui lavoro, ma a causa di alcuni atti vandalici al camper i vigili mi ha consigliato di spostarmi qui». Perché non rivolgersi a un dormitorio? «Perché ci vanno i barboni, non chi lavora e paga le tasse - risponde -. Una casa popolare non me la vogliono dare. Tutti mi dicono che devo essere aiutato, ma nessuno mi aiuta». Si è in effetti rivolto ai Servizi sociali di Villa Carcina per un’abitazione, ma c’è il problema dell’esistenza di un reddito. «Siamo disponibili ad attivare un progetto che, come già proposto, può prevedere un dormitorio invece della strada - spiega il sindaco Moris Cadei - ma sappiamo che questa soluzione non è mai facile da accettare». Anche la neo sindaca di Sarezzo Donatella Ongaro segue da vicino la vicenda: «Sono situazioni complesse - dichiara - e questa persona deve mettersi nella condizione di farsi aiutare. Da parte nostra c’è tutta l’intenzione di fare il possibile, rispettando le regole e le priorità di altre famiglie bisognose». •

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