Svuotano il conto degli alpini

di L.P.
Il capogruppo Guido Pomi
Il capogruppo Guido Pomi
Il capogruppo Guido Pomi
Il capogruppo Guido Pomi

Che i truffatori non si facciano scrupoli è cosa nota, e una conferma dolorosa è arrivata dal gruppo alpini di Gardone, il cui conto corrente è stato saccheggiato a distanza. Un caso raccontato dal capogruppo Guido Pomi e risalente a luglio, ma solo pochi giorni fa un servizio di stampa ha spinto il rappresentante dell’Ana a parlarne per evitare che altre persone finiscano nella trappola. Di cosa si tratta? Una delle tecniche usate è il «vishing»: un finto dipendente di banca contatta i clienti con il numero verde dell’istituto con cui si ha un servizio di home banking. L’impiegato inesistente sostiene che qualcuno sta tentando di accedere al conto corrente della persona chiamata e che è necessario cambiare le credenziali. Oppure, un semplice messaggio dallo stesso contenuto chiede di cambiare le credenziali accedendo a un link. CON QUESTO sistema, quattro truffatori campani hanno rubato in pochi mesi oltre 300 mila euro. Ma alla fine, grazie al lavoro della polizia postale di Genova sono state arrestate. E gli alpni gardonesi? «Lo scorso 21 luglio - racconta il capogruppo - sono stato contattato da una persona che si è qualificata come responsabile della sicurezza della banca. Mi ha detto che era in corso un tentativo di accesso al nostro conto. Poi ho ricevuto un sms in cui mi si chiedeva di comunicare i codici ricevuti, e infine un nuovo messaggio che assicurava che le operazioni non autorizzate erano state cancellate. Il tutto in pochi minuti. Insospettito, ho richiamato il numero verde che mi aveva appena contattato senza ricevere risposta». Il mattino successivo la doccia fredda: dal conto corrente delle penne nere risultavano prelevati oltre 10mila euro, una parte destinata a una carta prepagata e 8000 mila per un bonifico a favore di un rivenditore di automobili. Grazie all’intervento tempestivo dei carabinieri di Gardone che hanno bloccato il bonifico gli 8000 sono stati recuperati; i restanti sono stati restituiti dalla banca «salvo buon fine». Ma il 23 ottobre lo stesso istituto di credito, dopo un’indagine interna, ha declinato ogni responsabilità e si è ripreso la somma. «Sono davvero rattristato - conclude Pomi - e mi auguro che questo episodio possa mettere in allerta altre persone». •

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