Uccelli proibiti a pranzo? È colpa di un tirocinante

La sede della Comunità montana della Valtrompia
La sede della Comunità montana della Valtrompia
La sede della Comunità montana della Valtrompia
La sede della Comunità montana della Valtrompia

Una posizione ufficiale in merito all’ormai tristemente famoso pranzetto con uccelli proibiti negli spazi pubblici dell’ente che guida, il presidente della Comunità montana della Valtrompia non l’ha ancora presa, ma da una nota congiunta firmata dai dirigenti dell’ente emergerebbe che a portare nel palazzo gli esemplari protetti, già cucinati, sia stato un tirocinante. «Per consolidare lo spirito di gruppo necessario per produrre i risultati raggiunti dalla Comunità, che è stata la maggior beneficiaria nel Bresciano dei fondi regionali per la prevenzione di incendi e calamità naturali, il dirigente dell’area tecnica ha organizzato un breve seminario formativo nella sala che in questo periodo ospita le riunioni più numerose, che consente la compresenza fino a 40 persone distanziate - scrivono il direttore Armando Sciatti e il dirigente Fabrizio Veronesi -. Al termine era previsto un rinfresco, da consumarsi anche successivamente ciascuno nei propri uffici». Il braccio destro e quello sinistro del presidente Massimo Ottelli ricordano che ogni giorno i dipendenti in questo periodo pranzano alle proprie postazioni, portando cibo da casa o da asporto. Venerdì scorso però il cibo sarebbe stato portato da un unico ufficio «per stimolare un rafforzamento dei principi di competizione. Nessuno poteva immaginare che un componente dell’ufficio scelto, un giovane tirocinante in servizio da tre mesi - proseguono Sciatti e Veronesi - portasse gli uccelli protetti tenendo all’oscuro la dirigenza, arrivata nella sala solo dopo l’arrivo delle forze dell’ordine. Si tratta quindi della certamente esecrabile conclusione di un’iniziativa partita con le migliori intenzioni». Nel frattempo i gruppi di centrodestra della Valtrompia hanno chiesto la convocazione della conferenza dei sindaci per ottenere chiarimenti da Ottelli: «Quanto accaduto e il clamore mediatico danneggiano fortemente l’immagine della nostra valle a livello locale e nazionale, impongono di fare piena luce sull’accaduto e sulle evidenti responsabilità che vanno individuate. Ci aspettiamo una risposta credibile ed energica, in grado di ridare onorabilità alla Comunità montana e ai 18 Comuni rappresentati». Una pessima figura, in effetti, quella fatta dall’ente grazie al blitz realizzato venerdì dai carabinieri forestali della stazione di Concesio guidati dal maresciallo Silvia Ceresoli. Allo stato delle cose, nel fascicolo aperto dal pm Erica Battaglia ci sarebbe un solo indagato, per il reato di abbattimento di specie protette (una sessantina gli esemplari sequestrati), mentre relativamente alla possibile violazione del Dpcm e delle norme sul distanziamento la questione deve essere ancora definita. Intanto i capigruppo Gianmaria Giraudini e Pierangelo Lancelotti, per i sindaci di maggioranza, si confermano vicini a Ottelli e alla sua giunta in un momento critico generato da «un comportamento irresponsabile e grave».•.

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