Un progetto in tre mosse per il dopo emergenza

di M.BEN.
Anche a Bovezzo si lavora per ripartire in sicurezza
Anche a Bovezzo si lavora per ripartire in sicurezza
Anche a Bovezzo si lavora per ripartire in sicurezza
Anche a Bovezzo si lavora per ripartire in sicurezza

Spazi all’aperto a costo zero per gli esercenti, aiuti per le famiglie in difficoltà e campi estivi. Sono queste le azioni programmate dall’amministrazione comunale di Bovezzo che, in attesa di verificare l’entità degli aiuti che arriveranno da Regione e Governo, ha aperto un tavolo di confronto con la minoranza e la commissione Affari generali per strutturare le misure per ripartire (e non solo). «Prima di definire un piano è fondamentale conoscere le risorse che arriveranno da Milano e Roma - spiega la sindaca Sara Ghidoni -. Per il nostro paese si parla di 450mila euro per la spesa corrente che andrebbero a compensare i maggiori costi dettati dall’emergenza e le minori entrate». I 40mila già arrivati dal Governo per finanziare i buoni alimentari sono quasi esauriti, quindi servirà una revisione del bilancio di previsione per capire dove recuperare altri soldi. «Ipotizzavamo un anno completamente diverso, come tutti del resto - continua la sindaca -. In alcuni capitoli abbiamo però risparmiato, come per esempio per il riscaldamento delle scuole. Ci sono circa 40mila euro che potranno essere spalmati su diversi settori». MAGGIORANZA e minoranza concordano nel voler sostenere le famiglie con ulteriori buoni spesa, che verranno però organizzati sulla base di un nuovo progetto per ampliare le possibilità di utilizzo, e per far fronte ad altre necessità come l’acquisto di capi d’abbigliamento o altri beni per chi è senza reddito. Il tutto, come sempre, dovrà però essere speso rigorosamente a Bovezzo, per sostenere le attività locali. Insomma: la formula è ancora tutta da definire, ma non si escludono sostegni anche per il pagamento delle bollette. «In merito alla concessione del suolo pubblico agli esercenti stiamo facendo delle valutazioni logistiche - precisa Ghidoni -. Parliamo di aree piccole, spesso adibite a parcheggio. Occorre fare una valutazione e capire come distribuire gli spazi esterni per le attività particolarmente penalizzate». L’idea è infatti quella di concedere aree all’aperto per aiutare, almeno in estate, chi si trova decimati i posti a sedere; ma naturalmente anche per assicurare un distanziamento sociale più naturale ai clienti. INFINE, nei giorni scorsi sono arrivate le linee per l’apertura dei centri estivi. La sindaca si sta già confrontando con l’oratorio, l’asilo Passerini e altre realtà per trovare una soluzione in sicurezza e dare un po’ di sollievo ai genitori tornati al lavoro. •

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