l'incontro

Depuratori sul Chiese, il fronte del «no» ha superato i confini

di Cinzia Reboni
A Montichiari la sala del Centro Fiera gremita per la prima assemblea pubblica informativa sull'intervento. Il sindaco di Casalmoro: «Ci hanno tagliato fuori e siamo al vostro fianco nella battaglia». Gli amministratori: «Il Garda va tutelato, ma il conto non può pagarlo il nostro territorio»
Oltre 400 persone hanno partecipato all’assemblea pubblica a Montichiari
Oltre 400 persone hanno partecipato all’assemblea pubblica a Montichiari
Oltre 400 persone hanno partecipato all’assemblea pubblica a Montichiari
Oltre 400 persone hanno partecipato all’assemblea pubblica a Montichiari

«Noi ci mettiamo la faccia. Speriamo che prima o poi ce la mettano anche i sindaci del Garda». Dal tavolo dei relatori, ma anche dalla platea, il coro è stato unanime: no ai depuratori sul Chiese. Al Centro Fiera di Montichiari l’altra sera è andata in scena la prima tappa di un «tour informativo» che toccherà tutti i territori coinvolti nel progetto, «perchè la gente deve capire il senso di questa battaglia – ha sottolineato il sindaco Marco Togni -. Qualcuno pensa ancora che siamo contrari al depuratore del Garda, ma non è così. Il lago va tutelato. Ma le inadempienze e i ritardi nell’adeguamento dei collettori del Benaco non devono ricadere oggi su Montichiari e Gavardo, e soprattutto sul fiume Chiese, che va tutelato».

Ferme e decise le posizioni di tutti i primi cittadini presenti

Davide Comaglio di Gavardo, Alberto Maestri di Paitone, Pietro Sturla di Bagnolo, Simone Ferrari di Remedello, e  i vice di Calvagese Mauro Da Lio e di Vallio Mauro Berardi hanno posizioni ferme. A Togni è toccato il compito, non facile, di riassumere la vicenda del depuratore previsto prima a Lonato, poi a Visano e, passando per Muscoline, approdato ora a Gavardo e Montichiari. Una battaglia combattuta anche a colpi di carte bollate, ricorsi al Tar e alla Corte dei conti. Comaglio ha sottolineato come «i sindaci dell'asta del Chiese siano stati esclusi dalla Cabina di regia e dal Cda di Acque Bresciane».

Sul progetto, Ferrari ha sollevato qualche perplessità, portando come esempio l'impianto di Remedello «che deve spingere i reflui verso l'alto per 8 metri e non ha mai funzionato: figuriamoci cosa può accadere se il dislivello è di 150 metri». Sturla ha definito i sindaci «piccoli pesci assaliti da un cormorano. Ci sentiamo umiliati e ignorati».

Dal presidio davanti a palazzo Broletto a tutta la politica

Il consigliere provinciale Marco Apostoli ha parlato di una «battaglia iniziata con una tendina davanti al Broletto, che oggi finalmente coinvolge anche la politica in modo trasversale». Non sono mancati interventi a «sorpresa». Il sindaco di Casalmoro Franco Perini ha spiegato come «il territorio mantovano è stato estromesso da ogni decisione. Il commissario ci aveva rassicurato che saremmo stati della partita, ma non abbiamo più saputo niente. Siamo dalla vostra parte, e 4 Comuni mantovani del Sicam - Servizio idrico integrato Comuni Alto Mantovano – si sono uniti al vostro ricorso al Tar».

«La battaglia dei Comuni del Chiese è la stessa che da trent'anni si combatte sull'Eridio – ha detto il primo cittadino di Idro Aldo Armani -. È assurdo che i paesi gardesani, che contano 25 milioni di presenze turistiche l’anno, non abbiano ancora messo a punto un sistema di separazione delle acque bianche dalle nere. Depurare il sistema “misto” è contro ogni logica e principio ingegneristico. Inutile pensare di eliminare gli scolmatori attuali: se il tubo non riesce a portare le acque nere e bianche, prima o poi finiranno ancora a lago, e nonostante il nuovo depuratore non si risolverà nulla».

I comitati presenti

Sergio Aurora del Presidio 9 Agosto ha ricordato lo stanziamento regionale di 120 mila euro per uno studio ecofluviale sul Chiese, «ma è stato assegnato all'Ersaf, che non ha le competenze per eseguirlo. Speriamo che i soldi vengano spesi al meglio».

Gianluca Bordiga della Federazione delle Associazioni che amano il fiume Chiese ha ribadito come «il Garda debba scegliersi il luogo per il depuratore, non portando i reflui in un'altra valle».

Filippo Grumi del comitato Gaia si è detto «sconcertato dalla presentazione del rapporto sulla condotta sublacuale da parte dei tecnici di Acque Bresciane, che hanno ammesso come il nuovo progetto potrà prevedere ancora delle tubazioni sommerse e sfioratori a lago».

Secondo Fulvio Rosa «Acquafredda, Visano, Remedello e parte di Isorella ancora oggi scaricano le loro fognature sui corpi superficiali. Siamo in infrazione europea: dobbiamo fare il nostro depuratore, non quello degli altri».

Aurelio Nasturzo degli Amici del Golfo di Salò, ritiene «scandaloso che il Garda possa pensare di mandare le sue fogne nel Chiese. Il depuratore il lago ce l'ha già, ed è a Peschiera». Il consigliere regionale Paola Pollini ha invitato i sindaci a promuovere un incontro sul Garda. •.

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