La rabbia è tornata a camminare per le strade d’Italia, perché un’altra donna è stata ammazzata. Anche la rete bresciana di “Non una di meno”, movimento femminista e transfemminista che dal 2016 si batte contro ogni forma di violenza di genere, ha organizzato un momento di riflessione in città. Punto di ritrovo piazzetta Bell’Italia. Perché la morte di Giulia Cecchettin è l’ennesimo inaccettabile femminicidio, per il bisogno di esprimere a Elena, la sorella della 22enne uccisa da Filippo Turetta, la propria sorellanza. La partecipazione è stata numerosa, centinaia le persone (donne e uomini) che hanno voluto, con la loro presenza, dare voce a chi non ce l'ha più. A Giulia come alle altre 104 donne uccise dall'inizio del 2023.
La folla di persone ha poi sfilato lungo via X Giornate, corso Palestro e corso Zanardelli. Un'onda di amore rivolta anche alla sorella di Giulia, Elena, che con rabbia e coraggio non ha mancato di scuotere le coscienze con una frase dall'impatto potente: «È stato il vostro bravo ragazzo». Anche con Giulia il triste copione è stato replicato. "Lo sapevamo tutte che sarebbe finita così", si legge in queste ore sui social. Una consapevolezza che le donne, purtroppo, sentono nascere dentro ogni qual volta una di loro inspiegabilmente scompare. Accade e accade ancora, ogni volta. "Chi è la prossima" è l'inquietante domanda posta da una giovane manifestante seduta in silenzio in piazza. «Siamo qui, oggi, per denunciare la violenza patriarcale» hanno sottolineato le organizzatrici che chiedono maggiori finanziamenti ai Centri antiviolenza, l'educazione affettiva e sessuale in tutti gli ordini di scuola, meno discriminazione sui posti di lavoro, «una violenza sistemica che attraversa la nostra società».