Brescia in C, the day after: la Leonessa conta i danni

di Paolo Cittadini
Danni a un plateatico vicino allo stadio Rigamonti, nel quartiere di Mompiano, in via dello Stadio: fra i luoghi dove restano i segni della notte folle tra giovedì e ieri FOTO ONLY CREWInfranta la vetrina dell’official store del Brescia Calcio: la contestazione è degenerata anche così FOTO ONLY CREW
Danni a un plateatico vicino allo stadio Rigamonti, nel quartiere di Mompiano, in via dello Stadio: fra i luoghi dove restano i segni della notte folle tra giovedì e ieri FOTO ONLY CREWInfranta la vetrina dell’official store del Brescia Calcio: la contestazione è degenerata anche così FOTO ONLY CREW
Danni a un plateatico vicino allo stadio Rigamonti, nel quartiere di Mompiano, in via dello Stadio: fra i luoghi dove restano i segni della notte folle tra giovedì e ieri FOTO ONLY CREWInfranta la vetrina dell’official store del Brescia Calcio: la contestazione è degenerata anche così FOTO ONLY CREW
Danni a un plateatico vicino allo stadio Rigamonti, nel quartiere di Mompiano, in via dello Stadio: fra i luoghi dove restano i segni della notte folle tra giovedì e ieri FOTO ONLY CREWInfranta la vetrina dell’official store del Brescia Calcio: la contestazione è degenerata anche così FOTO ONLY CREW

All’onta per la retrocessione in Serie C si aggiunge la vergogna per le scene di violenza che hanno sporcato, anche a livello nazionale, il nome del Brescia e di Brescia. Il giorno dopo la notte di follia provocata da centinaia di ultras del Brescia, furiosi per il pareggio contro il Cosenza che ha condannato le rondinelle, la Leonessa si lecca le ferite e conta i danni. Il bilancio delle oltre due ore di scontri e tafferugli tra la frangia più calda del tifo biancazzurro e le forze dell’ordine, e con i tifosi ospiti, parla di 8 poliziotti (5 del Reparto Mobile e 3 della Questura) feriti - uno è ancora ricoverato in ospedale -, diversi mezzi danneggiati, 3 steward (una donna presa a pugni e due uomini, uno dei quali è stato raggiunto da un calcio al torace) colpiti dagli ultras durante il loro tentativo di invasione della Tribuna. Cinque tifosi del Brescia sono stati condotti in questura per essere identificati. A breve nei loro confronti potrebbero essere messi provvedimenti. Ma il numero di persone coinvolte, per loro il Daspo pare cosa certa, dovrebbe lievitare, e di molto, nei prossimi giorni. Al vaglio delle forze dell’ordine ci sono decine di video, fatti dalla Scientifica o recuperati in rete dove ieri ne sono stati postati numerosi, che raccontano quel che è accaduto e che serviranno per attribuire le diverse responsabilità in una notte in cui il servizio d’ordine predisposto è sembrato in alcuni momenti vacillare. Lo spartiacque tra una normale serata di sport (perché anche la sconfitta, seppur dolorosa, fa parte della cultura sportiva) e una notte di paura e tensione è stato il minuto 96 dello spareggio salvezza. Con il Brescia a caccia del gol che avrebbe portato la gara ai supplementari, dopo il pari beffa subìto qualche istante prima, una pioggia di fumogeni è arrivata dalla Curva Nord nell’area del Cosenza costringendo l’arbitro a fermare il gioco e poi a sospendere la partita. In mezzo al fumo denso e acre dei bengala piovuti sul terreno di gioco, un centinaio di ultras a quel punto è entrato in campo ed è stato il finimondo: giocatori minacciati da delinquenti armati di coltello e scontri tra professionisti della rissa da stadio con la polizia in assetto antisommossa. Scene che a Brescia non si erano mai viste e che poco hanno a che fare con il calcio. Mentre sul terreno del Rigamonti, e con la gara sospesa, si cercava di riportare la calma, la violenza si è spostata altrove secondo uno schema che è quasi sembrato studiato a tavolino. Un centinaio di ultras del Brescia ha lasciato la Curva Nord. Dopo avere cercato di sfondare la vetrina del Brescia Store vicino alla biglietteria, gli ultras hanno preso in contropiede polizia e carabinieri e dopo aver sfondato due cancellate sono riusciti a portarsi proprio sotto il settore che ospitava il migliaio di tifosi del Cosenza. Sei minuti di botte, cinghiate e colpi di aste (immortalati da decine di video) che hanno fatto tornare alla memoria momenti che attorno al Rigamonti un tempo erano quasi l’abitudine. Nel corso degli incidenti l’auto di Mattiheu Huard è stata vandalizzata e data alle fiamme nel parcheggio che sorge tra l’ingresso della Tribuna e quello laterale della Curva Sud. A quel punto via dello Stadio è diventato il centro della tensione: da un lato gli ultras bresciani inferociti e pronti, con lanci di bottiglie e pietre recuperate dopo avere ribaltato e distrutto alcune panchine, a nuove incursioni; dall’altra le forze dell’ordine che con i lacrimogeni hanno cercato di alleggerire la pressione. Un confronto che, per fortuna, non è sfociato in ulteriori incidenti, ma che si è protratto per decine di minuti in cui l’aria si è fatta ben presto irrespirabile. Una ventina i tifosi più agitati che hanno provato a spingere gli altri ad attaccare, ma il tentativo (non senza qualche discussione tra gli ultras stessi) è naufragato. La rabbia si è così spostata sulle auto dei giocatori delle rondinelle che, parcheggiate nei pressi dell’entrata degli spogliatoi, sono state bersagliate con decine di fumogeni lanciati con l’intento di danneggiarle. Solo dopo l’una e mezza la situazione è tornata alla normalità, ma la sensazione è che possa, nei prossimi giorni, tornare esplosiva con nuovi episodi di contestazione. Per precauzione il Brescia ha chiesto alla Questura di poter «parcheggiare» lì il proprio pullman.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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