Cani pericolosi?
Anche Brescia
si interroga

di Cinzia Reboni
Il pitbull è una delle razze canine «a rischio» aggressione
Il pitbull è una delle razze canine «a rischio» aggressione
Il pitbull è una delle razze canine «a rischio» aggressione
Il pitbull è una delle razze canine «a rischio» aggressione

Quella di Mascalucia, in provincia di Catania, è soltanto l’ultima tragedia in ordine di tempo che ha per protagonisti un bambino ed il suo cane. Anzi, in questo caso, due esemplari di dogo argentino, una tra le razze più pericolose, secondo il Ministero della Salute, inserita con altre 16 nella «black list» cancellata nel 2009 dal sottosegretario alla Salute Francesca Martini. La tragedia, costata la vita a un bimbo di un anno e mezzo, riporta drammaticamente alla ribalta il dibattito sui cani «pericolosi» e tocca anche il Bresciano, dove cinque anni fa si contavano poco meno di 800 esemplari della lista nera. Una cifra approssimata per difetto, considerato che solo negli anni successivi è scattata la radicale campagna di «microchippatura» di identificazione. Gli episodi di aggressione non mancano: a giugno sono stati segnalati due casi: dal bambino di 8 anni azzannato al volto e alla gamba da un pitbull in un parco di San Polo, al piccolo di 6 anni ferito alla testa a Odolo da un pastore dei Pirenei.

LA LEGGE. Dal 6 agosto 2013 è in vigore una nuova normativa sulla «tutela dell'incolumità pubblica dall'aggressione dei cani», che punta all’educazione, alla formazione ed alla responsabilizzazione dei proprietari, sia a livello civile che penale. Tra gli obblighi ci sono l’utilizzo del guinzaglio lungo al massimo un metro e mezzo nei luoghi aperti al pubblico, la museruola in caso di rischio per l’incolumità di persone o animali, l’affidamento del cane a persone in grado di gestirlo correttamente. Vietato il possesso ai minori di 18 anni e a chi abbia riportato condanne per delitti contro la persona o il patrimonio. L’ordinanza prevede anche il conseguimento di un «patentino» rilasciato dopo aver frequentato corsi di educazione per i proprietari di «cani impegnativi», una definizione generica che lascia ai Servizi veterinari la possibilità - sulla base dell’anagrafe canina regionale, che attualmente conta complessivamente 1.268.251 esemplari - di decidere chi debba sottoporsi a quest’obbligo. Infine, i veterinari sono chiamati a segnalare alle Ats le situazioni di potenziale pericolo e i cani che hanno già dato segni di aggressività, che verranno inseriti in un apposito registro mentre scatterà per loro l’obbligo della museruola e la sottoscrizione di una polizza per danni conto terzi.

Abolita definitivamente, come detto, la lista nera delle 17 razze più pericolose, nonostante il parere contrario del Codacons che, insieme a molte altre associazioni dei consumatori, chiedeva invece di ampliare l’elenco fino a comprendere razze come il mastino napoletano, il cane corso e il dobermann. «La questione dei cani aggressivi e potenzialmente pericolosi per la salute dell'uomo deve essere affrontata una volta per tutte - afferma Francesco Tanasi, segretario nazionale del Codacons -. É universalmente riconosciuto che esistono razze, come i pitbull o i rottweiler, che possono provocare ferite letali in caso di morsicatura. Quanti altri bambini dovranno morire prima che le istituzioni ci diano finalmente ascolto?»

«I bambini non vanno mai lasciati da soli con cani di grossa taglia e che hanno un forte istinto predatorio», sostiene il presidente dell'Osservatorio italiano cani mordaci, Salvatore Montemurro. Che a proposito della tragedia di Mascalucia ricorda come «chi acquista un cane di una razza potente ha la necessità di essere seguito da addestratori professionisti per imparare a dialogare con l'animale», mentre «in Italia il padrone medio non è sufficientemente addestrato».

«Il cane non riconosce il bambino come un essere superiore, e il piccolo non capisce il linguaggio del cane - rimarca Aldo Taietti dell’Unac Pontevico, associazione cinofila Madonna della Strada, una delle migliori scuole di addestramento cani in Italia -. Molti proprietari pensano che il cane sia un essere umano, ma non è così: gli animali rispondono nel loro linguaggio, e il loro modo di comunicare è basato sulla forza e gli odori, non sulla parola. Il temperamento e l’aggressività sono due elementi da gestire. É come suonare un pianoforte: se tocchi i tasti giusti esce una musica meravigliosa, ma se li sbagli...». Nel caso di Mascalucia, «non va dimenticato che il dogo è un cane potente, utilizzato anche per i combattimenti - spiega Taietti -. Ma gli animali non sono un’arma impropria: per gestirli ci vuole preparazione e cultura cinofila, che forse in Italia manca».

Quanto alle razze pericolose, Taietti invita a leggere il rapporto sui cani morsicatori che, sia pure incompleto, è quanto mai sintomatico: al primo posto figura il Jack Russell terrier, seguito dal volpino e dal pastore maremmano abruzzese. Solo al 17esimo posto il dobermann, il cane più «cattivo» nell'iconografia cinematografica, seguito dall’alano e dal rottweiler. Prima di loro cani apparentemente «pacifici» come il bassotto, il barboncino e il beagle. «La realtà - conclude Taietti - non è sempre quella che vogliono raccontarci».

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