IL PROCESSO

Delitto di Temù, per il perito le figlie di Laura Ziliani e Mirto Milani «capaci di intendere e di volere»

Lo psichiatra Filippini: «Possibile una linea difensiva concordata tra i tre»
Un'udienza del processo per l'omicidio di Laura Ziliani
Un'udienza del processo per l'omicidio di Laura Ziliani
Un'udienza del processo per l'omicidio di Laura Ziliani
Un'udienza del processo per l'omicidio di Laura Ziliani

Nuova fase questa mattina in Corte d'appello del processo iniziato a ottobre 2022 per l'omicidio di Laura Ziliani, l'ex vigilessa scomparsa l’8 maggio 2021 e uccisa dalle figlie, Paola e Silvia Zani, e dal fidanzato di una di loro, Mirto Milani.

Dopo la fase delle deposizioni, in aula è approdata la discussione delle perizie psichiatriche per gli imputati richieste dalle difese e disposte dalla Corte.

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Linea difensiva preordinata concordata dai tre

«Silvia Zani ha e aveva una piena capacità di intendere e volere nel momento in cui ha ucciso la madre. Per tutti e tre non abbiamo a che fare con patologie di tipo psicotico», ha detto lo psichiatra Giacomo Filippini. I tre tre hanno sostenuto di aver ucciso la vittima perchè convinti che lei volesse ucciderli.

Per Filippini: «Sussiste la concreta possibilità che si sia trattato di una sorta di linea difensiva preordinata concordata dai tre e sostanzialmente mantenuta ferma fino ad oggi. Escludo serenamente di escludere che si potesse trattare di convinzioni deliranti». Sulle conclusioni del perito concorda anche il consulente del pubblico ministero

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