SALUTE

L’influenza anche a Brescia tocca il picco, e colpisce di più i bambini

di Irene Panighetti
Pediatri e Pronto soccorso degli ospedali presi d'assalto. Ma solo il 6% dei minori si è vaccinato
L’influenza ha colpito  soprattutto i bambini più piccoli, con febbre anche molto alta
L’influenza ha colpito soprattutto i bambini più piccoli, con febbre anche molto alta
L’influenza ha colpito  soprattutto i bambini più piccoli, con febbre anche molto alta
L’influenza ha colpito soprattutto i bambini più piccoli, con febbre anche molto alta

Anche a Brescia il virus influenzale ha colpito duro e molto prima del tempo: «Siamo in piena crisi – ammette Angelo Rossi segretario bresciano della Federazione italiana medici di famiglia (Fimmg) -. Il picco è arrivato ancor prima di quanto previsto, e già nelle previsioni sapevamo che si sarebbe manifestato con anticipo. Il fatto di aver dismesso le mascherine ha facilitato l’infezione da virus influenzale: buona parte dei tamponi anti Covid che facciamo sono negativi, di fatto quindi convivono influenza e Covid, con sintomi uguali. Però oggi a preoccupare è più l’influenza, soprattutto per le persone anziane e magari non vaccinate».

I bambini sono i più colpiti, con febbre anche molto alta

Secondo i dati di Ats Brescia al 4 dicembre erano 170.212 le antifluenzali effettuate, di cui 134.235 per gli over 60, quindi circa il 39,8%, mentre tra gli under 19 la percentuale di chi si è vaccinato oscilla tra il 5 e il 6%; la media è di circa 15%. In realtà negli ultimi tempi sono i bambini ad essere colpiti di più, con febbri anche molto alte, che sono il motivo principale dello spavento dei genitori, che stanno affollando i Pronto soccorso, creando intasamenti e attese di ore.

Al Pronto soccorso pediatrico del Civile di Brescia la terza settimana di novembre ci sono stati 1.024 accessi che nella quarta sono diventati 1.084, calati un poco nella quinta con 945 accessi, mentre sabato scorso, 3 dicembre, sono stati 150 e domenica 4 sono stati 125. Un trend che crea certamente problemi agli ospedali ma «non è responsabilità dei pediatri.

I pediatri: ma noi ce la stiamo mettendo tutta

Anzi, noi ce la stiamo mettendo tutta per far fronte a questo tsunami che non si placa - garantisce Marcello Berardi, pediatra e coordinatore Simpef (sindacato medici pediatri di famiglia) di Brescia – i primi che ho visitato erano i ragazzi delle medie, poi sono arrivati quelli delle elementari e ora asili, insomma da almeno 4 settimane tutte le fasce pediatriche sono coinvolte. Mediamente arrivano in ambulatorio 35 bambini febbrili, più altrettanti gestiti al telefono, e lo stesso avviene per i colleghi. Quando ci sono ondate come questa, che per i bambini sono ben peggio di quelle del Covid, abbiamo grosso modo 35 accessi per 5 giorni, quindi circa 170 a settimana da moltiplicare per gli oltre 100 pediatri di Ats Brescia, più quelli gestiti telefonicamente.

Si tratta di pazienti febbrili che arrivano senza aver fatto prima il tampone Covid ma ovviamente li accogliamo lo stesso. Stiamo ampliando gli appuntamenti ben oltre gli orari normali; non è vero che scarichiamo la palla ai Pronto soccorso: gli accessi impropri non dipendono dai pediatri». Berardi quindi invita calorosamente i genitori a non portare i piccoli all’ospedale solo per le febbre, anche se alta, perché «non succede niente con la febbre. Se non l’avessimo moriremmo perché è un meccanismo di difesa. Gli accessi impropri ci saranno sempre finché non mettono più paletti e non organizzano i pronto soccorso con più personale per limitare le attese».

Le raccomandazioni per i genitori

La raccomandazione è soprattutto quella di non riportare i bambini a scuola subito dopo il primo giorno di sfebbramento: «Per i più grandi è bene aspettare non meno di 48 ore di benessere, per i piccoli tenerli a casa finché non hanno più tosse e muco al naso, è una questione di rispetto nei confronti degli altri – continua il pediatra - ma i genitori non ci ascoltano, così come non ci ascoltano per le vaccinazioni: sono sicure, si fanno da tantissimi anni, aiutano tantissimo a fare in modo che la popolazione non venga colpita tutta in un colpo, insomma proteggono bene eppure ci sono molte resistenze mentre il consiglio è vaccinare tutti. Negli anni scorsi raccomandavo solo i fragili ma quest’anno l’appello è che tutti i bambini siano vaccinati, anche se purtroppo ora è tardi, l’epidemia è in corso». •.

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