La mancanza di dirigenti scolastici a Brescia e in Lombardia è un problema che si sta aggravando. In provincia erano a inizio anno 23 le reggenze su 144 istituti statali, ma sono aumentate in corso d’opera. Sono tre i presidi che, a scuola avviata con relativi progetti e programmazioni in corso, sono stati invitati dalla Corte dei Conti ad andarsene in pensione, pur avendo fatto domanda di restare oltre il limite d’età, domanda già accettata a livello regionale: sono Angiolino Albini per Borgo San Giacomo, Gianluigi Cadei del Cpia di Chiari e Letizia Elena Sibilia di Rudiano.
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«Ognuno di loro aveva già una reggenza, quindi passiamo da 23 a 29 - dice Luisa Treccani, segretaria generale della Cisl Scuola - ed è ignobile il modo in cui sono stati trattati, venendolo a sapere indirettamente e ad anno abbondantemente in corso. Se il motivo era perché non avevano in atto progetti europei, come chiede la norma, si sapeva anche prima. Non solo, in tal modo si aggrava il quadro bresciano con 1 preside su 5 che manca, mentre il concorso è ancora là da venire».
Un problema diffuso
Ma del resto non è successo solo a Brescia: 17 sono i medesimi casi in regione e non si sa se sia finita qui o altri avranno la stessa sorte. Un preside di Crema, inoltre, ha presentato una diffida e ci potrebbero essere novità. Con il nuovo bando saranno 979 i posti di preside coperti in Italia entro il 2026, di cui 144 in Lombardia, prima assoluta con il doppio di «vuoti» rispetto alla seconda, il Veneto. Di questi 587 saranno posti per nuovi aspiranti che avranno superato preselezione, scritto, orale, mentre 392 saranno assegnati con procedura straordinaria sui ricorsi del vecchio concorso 2017. Ma Brescia non pare essere sede appetibile per i dirigenti: nell’ultimo interpello anche da altre regioni sono arrivate pochissime adesioni.
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Le possibilità nel Bresciano
Eppure le possibilità sono parecchie, con 102 Ic (di cui 12 in città), 39 superiori (14 in città), 3 Cpia (uno in città). Sono queste le strutture statali, cui aggiungere 18 Cfp a livello regionale. Un modo per ovviare alla carenza saranno i dimensionamenti e sono le reggenze, appunto un migliaio nel Paese, che fanno risparmiare parecchio lo Stato perché lo stipendio non viene certo raddoppiato, come le responsabilità, ma aumentato solo di qualche centinaio di euro. Anche le associazioni sono divise, perché da un lato è giusto lasciare spazio ai giovani, ma dall’altro non è corretto agire dopo oltre due mesi di scuola, e del resto lo spazio non è lasciato a nuovi che non ci sono ma al sovraccarico di colleghi.