Verso lo stop al superbonus 110%

Stop al superbonus, tassi e prezzi alti, Pnrr ko: l'edilizia bresciana frena

Non solo la fine dell'agevolazione fiscale legata, per il presidente dell'Anche Brescia, Massimo Deldossi, l’entrata in vigore del nuovo Codice degli appalti insieme al costante aumento del tasso di burocrazia non giova al settore

Edilizia giù, anche Brescia in frenata. Preoccupano anche qui i dati Istat relativi alla rilevazione della fiducia delle imprese a livello nazionale, che indicano tra il settimo e l’ottavo mese una perdita di circa 6 punti, con un calo maggiore. Un andamento negativo che accomuna il settore del costruito a tutti gli altri comparti produttivi. «Di certo rispetto ai mesi scorsi siamo meno fiduciosi - dice Massimo Deldossi, presidente di Ance Brescia e vicepresidente di Ance nazionale -. Fra il resto, si sta smaltendo la fine dell’agevolazione fiscale per edilizia legata al 110%, (il cosiddetto superbonus, ndr) e non c'è un pacchetto normativo chiaro per il medio/lungo periodo. Inoltre c'è un effetto fisiologico di attesa: fino a ieri c'era il 110, oggi le agevolazioni per importi minori paiono non interessanti, quindi il privato, sentendosi ‘tradito’, non è propenso a dare avvio a nuovi lavori. Mentre la fase di sviluppo preannunciata dal Pnrr per ora sta molto stentando e si chiudono contratti quadro senza progetti».

Cosa frena il settore

Per Deldossi l’entrata in vigore del nuovo Codice degli appalti insieme al costante aumento del tasso di burocrazia non giova al settore. «Nel frattempo, il mercato privato è molto diminuito per l’aumento dei prezzi e per l’elevata inflazione che rendono più difficoltoso l’acquisto di un immobile, riducendo la platea dei possibili acquirenti anche per via dell’incremento dei tassi decisi dalla Bce – evidenzia il presidente di Ance Brescia –. L’edilizia sociale è sostanzialmente ferma e quella industriale è bloccata visti l’andamento del mercato generale e la recessione della locomotiva tedesca».

La premessa


Già in tarda primavera Deldossi, pur in presenza di dati generali molto positivi per il settore, segnalava il rischio di un autunno all’insegna dell’incertezza e di possibili difficoltà. Il presidente dei costruttori bresciani ribadisce il concetto: «Nubi nere all’orizzonte? Penso sia fisiologico essere preoccupati». Per il mercato privato c’è la percezione che i prezzi delle materie prime siano destinati a scendere.

L’incertezza


L’edilizia industriale ha rallentato per le nubi che si intravedono sul fronte tedesco e per la generale incertezza, si pensi alla bolla immobiliare cinese che fa paura non all'edilizia ma al mercato in generale, ma è probabile che lo scenario dei prossimi mesi risulti migliore del previsto. Per l’edilizia sociale «servono norme sulla rigenerazione urbana per seguire questa direzione e per aiutare interventi diffusi sul territorio». Quanto al mercato pubblico, la nuova normativa ha determinato un accelerazioni sui bandi pubblicati. Permane la preoccupazione sulla capacità della PA di recepirla in tempi brevi.

Il timore in casa Ance è legato all’ipotesi che possa esserci una diminuzione dei bandi, nonostante i tempi stretti del Pnrr, in attesa di dare attuazione alla nuova disciplina. Al contempo, ricordano i vertici dell’associazione di via Foscolo, si è sempre registrato un blocco di mesi ad ogni modifica del Codice degli appalti. La frenata dell’edilizia è destinata a riaccendere il dibattito sul Superbonus, fra le prime preoccupazioni del Governo per i costi che comunque continua a produrre sul bilancio pubblico. La lettura del dato va incrociata con la flessione complessiva degli investimenti fissi lordi, che nel secondo trimestre dell’anno registrano una caduta dell’1,8% e sottraggono al Pil totale 4 decimali, cioè esattamente la misura della flessione complessiva. Questa voce non riguarda solo l’edilizia, ma la include. 

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