L'intervista

Manlio Milani: «Meloni tolga la fiamma e chiuda con gli anni della tensione»

Il presidente dell'Associazione che riunisce i familiari delle vittime della strage di piazza Loggia risponde, su Repubblica, a una serie di domande poste dal giornalista Michele Brambilla. Togliere la fiamma? «Di sicuro, mantenerla è un modo per riaffermare la continuità ideale con quel passato»
Manlio Milani lo scorso 28 maggio in piazza Loggia per la ricorrenza della strage nella quale morì la moglie Livia Bottardi insieme ad altre sette persone
Manlio Milani lo scorso 28 maggio in piazza Loggia per la ricorrenza della strage nella quale morì la moglie Livia Bottardi insieme ad altre sette persone
Manlio Milani lo scorso 28 maggio in piazza Loggia per la ricorrenza della strage nella quale morì la moglie Livia Bottardi insieme ad altre sette persone
Manlio Milani lo scorso 28 maggio in piazza Loggia per la ricorrenza della strage nella quale morì la moglie Livia Bottardi insieme ad altre sette persone

«Io non dico che il Msi abbia ordinato le stragi. Dico che tutta la storia della strategia della tensione è stata anche la storia di uomini che hanno usato il Msi come una porta girevole. Da quel partito entravano e uscivano». Con queste parole il bresciano Manlio Milani, che il 28 maggio 1974 ha visto morire la moglie Livia Bottardi davanti ai suoi occhi,  nella strage di piazza Loggia, risponde alle domande del giornalista Michele Brambilla in un'intervista a Repubblica.

«L'intreccio fra Msi, stragisti e golpisti è stato costante - aggiunge - ed è rappresentato da quella porta girevole».  Milani elenca una serie di nomi tra cui Pino Rauti, che fu sempre assolto, gli viene ricordato: «Sì. Ma fu un cattivo maestro. È stato segretario del Msi negli anni 1990 e 1991». Allora Meloni aveva 13 anni: «Ma solo l'anno scorso, qui a Brescia, il suo partito ha intitolato a Rauti una sezione». Meloni, dice ancora, «sbaglia nel ripercorrere la storia di quegli anni con un atteggiamento vittimista, ricordando solo i suoi morti. La sua è una narrazione parziale della storia. Ma è anche il riproporre una contrapposizione. Nel nostro Memoriale di Brescia, i morti sono tutti uguali».

Mantenere la fiamma, gli viene chiesto, impedisce una vera pacificazione? «È così. C'è stato un clima politico che bisogna mettersi alle spalle. E Meloni non se lo sta mettendo alle spalle. Dice che il Msi ha portato la Destra nella legalità. Ma questo è, in grandissima parte, falso». Togliere la fiamma, dunque? «Farebbe bene a farlo, anche se non basterebbe per fare davvero i conti con il passato. Ma non so se la toglierà. Di sicuro, mantenerla è un modo per riaffermare la continuità ideale con quel passato». (ANSA). 

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