l'intervista

Maltempo nel Bresciano, l'esperto: «I nubifragi violenti saranno sempre più frequenti»

di Cinzia Reboni
Davide Sironi di 3Bmeteo analizza quanto accaduto mercoledì nel Bresciano e ragiona sulla prevenzione
La pioggia che si è abbattuta  mercoledì ha provocato allagamenti in città
La pioggia che si è abbattuta mercoledì ha provocato allagamenti in città
La pioggia che si è abbattuta  mercoledì ha provocato allagamenti in città
La pioggia che si è abbattuta mercoledì ha provocato allagamenti in città

Il violento temporale che mercoledì sera ha flagellato Brescia e parte della provincia non racconta più di un clima impazzito, ma dell’urgenza di saper gestire eventi meteorologici dai potenziali effetti disastrosi. Lo sostiene Davide Sironi, membro dello staff di 3Bmeteo che si occupa di previsioni e nowcast sulle regioni del Nord Italia, specializzato in meteorologia dei fenomeni temporaleschi, meteorologia alpina, nivologia e glaciologia.

Cosa è successo nel Bresciano?

«Negli ultimi giorni si era formato uno spesso cumulo di umidità e le temperature massime erano salite fino a 28 gradi. Questo ha prodotto un potenziale temporalesco molto elevato, a fronte delle prime giornate caldo-umide estive, solo che in quota c'era aria più fresca, ancora di stampo primaverile, collegata ad un vortice che transitava sul centro Europa. Questo ha favorito il "carburante" necessario per la formazione di fenomeni intensi, che si sono tradotti in precipitazioni violente».

Ma ci sono stati altri fattori ad amplificare il nubifragio?

«Il persistere dell'ingresso di correnti da sud-est nel bacino padano ha fatto sì che il temporale rimanesse stazionario sulla zona di Brescia per più di un'ora, quando invece questi fenomeni durano mediamente dai 10 ai 20 minuti. In un’ora si sono accumulati dagli 80 ai 100 millimetri di pioggia, livelli che non sono eccezionali in senso lato, ma in questo caso, quando colpiscono un centro densamente abitato, sì, perchè la città non è in grado di smaltire 100 millimetri di pioggia nel giro di poco tempo, e inevitabilmente si registrano allagamenti e cedimenti di manufatti, come avvenuto mercoledì pomeriggio a Rezzato».

Si parla di eventi eccezionali, ma da due anni sembrano ormai molto diffusi. Dobbiamo imparare a convivere con le bombe d’acqua?

«Innanzi tutto è meglio parlare di nubifragio, perchè il termine bomba d'acqua richiama una meteorologia "urlata". Dal punto di vista del fenomeno, questi episodi non sono nuovi. Ci sono sempre stati temporali, anche molto intensi. Se parliamo di cambiamento climatico, studi recenti sostengono che i fenomeni stanno aumentando di intensità e frequenza perchè andiamo verso il riscaldamento del clima, l'aria è più calda e più umida e quindi questa maggiore energia si traduce in fenomeni che possono risultare più intensi. C'è da dire che non sempre è possibile dimostrarlo. Le statistiche confermano che questi fenomeni intensi stanno aumentando in Val Padana, c'è quindi la probabilità che potrebbero ripresentarsi con più frequenza in futuro, e non solo nel periodo estivo. Ormai ci possiamo aspettare nubifragi intensi come quello delle scorse ore anche nei mesi di maggio e nel periodo va da settembre a ottobre».

Cosa si può fare in chiave di prevenzione?

«Gli eventi naturali non si possono ovviamente controllare, ma è possibile concentrarsi sull’esposizione geomorfologica dei territori a rischio per limitare il più possibile i danni. Il nubifragio può avere effetti completamente diversi da una zona all'altra. In un centro cittadino, come detto, essendo quasi tutto ricoperto di cemento e asfalto, non c'è infiltrazione, ma tanto deflusso. Lo stesso evento in un territorio agricolo fa invece meno danno. In montagna dipende dal tipo di roccia presente. In provincia di Brescia molte zone sono calcaree e tendenzialmente le rocce sono fratturate, permettendo l'infiltrazione veloce dell'acqua, mentre altri tipi di terreno composto da argilla e arenaria può provocare molti danni perchè non è in grado di assorbire l'acqua». Più che sulla causa, insomma, bisognerà agire sull’effetto.•.

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