Piazza della Loggia celebra la Repubblica e la sua Costituzione

di Magda Biglia
Il palco delle autorità  allestito in Piazza della Loggia FOTO ONLY CREW
Il palco delle autorità allestito in Piazza della Loggia FOTO ONLY CREW
Il palco delle autorità  allestito in Piazza della Loggia FOTO ONLY CREW
Il palco delle autorità allestito in Piazza della Loggia FOTO ONLY CREW

L’Italia è una Repubblica da 77 anni e la Costituzione ne ha 75. L’importanza della Carta che regola la vita della nostra democrazia, «riferimento sicuro» è stata ribadita all’inizio della lettera che il Presidente Sergio Mattarella ha inviato ai prefetti e che la prefetta di Brescia Maria Rosaria Laganà ha letto ieri in Piazza della Loggia durante le celebrazioni del 2 Giugno. Il presidente, nel ringraziare i prefetti per il lavoro svolto nei territori, anche affrontando emergenze, continua poi ricordando la necessità di vicinanza alla fasce deboli della popolazione, di attenzione al disagio dei giovani e degli anziani. «La mediazione sociale, l’ascolto e il dialogo con tutti gli attori sono preziosi per affrontare la questione del lavoro oggi, per l’affermazione della legalità, nel contrasto a ogni forma di sfruttamento, assicurando ogni sforzo per elevare la sicurezza delle condizioni lavorative» scrive Mattarella che ha vissuto la sua cerimonia a Roma davanti all’Altare della Patria, ribadendo i valori a cui la nostra Repubblica si ispira. E aggiunge: «È il fare rete tra Stato, autonomie locali, istituzioni e componenti della società civile che consente di affrontare e superare le sfide e le crisi. Con uno sguardo che sappia, sempre, guardare oltre l’emergenza per dare risposte efficaci e durevoli ai cittadini. Il dotarsi di una visione condivisa, essere capaci di un lavoro ben coordinato, sono ingredienti indispensabili a questo fine, così come la disponibilità a operare concordemente per un efficace utilizzo delle risorse disponibili, a partire da quelle messe a disposizione dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza in una logica di orizzonte ampio». La prefetta Maria Rosaria Laganà in piazza, accompagnata dal colonnello Giacomo Lacaita del 6° Stormo di Ghedi, comandante interforze, ha ricevuto e restituito gli onori agli schieramenti, al medagliere della Federazione del nastro azzurro, ai labari e ai medaglieri delle associazioni combattentistiche e d’arma, ai gonfaloni della Provincia e del Comune di Brescia. Nello spazio dinnanzi al palazzo municipale tutte le forze erano rappresentate in divisa da cerimonia, Esercito, Marina, Aviazione, la Guardia di Finanza, i Carabinieri, i Vigili del fuoco, le Crocerossine. Ad applaudirli una folla di bresciani intorno alle transenne, sul palco le autorità, le fasce tricolore di sindaci del territorio, la sindaca Laura Castelletti che ha portato il suo saluto. Il tricolore è sventolato dopo l’alzabandiera e prima dell’omaggio alla stele con i nomi delle vittime della strage del 28 maggio 1974. Un fuori onda ha commosso la prefetta, quando Hibrahim, un alunno di quinta della Manzoni, nato in Italia ma genitori africani, le ha donato un cartello inneggiante la Repubblica italiana. «Voglio fare il politico da grande» ha confidato il ragazzino a Laganà. Non è mancato però il volantinaggio di un gruppo di pacifisti (Movimento nonviolento, Pax Christi, Tavolo della pace Franciacorta) che, facendo riferimento agli aiuti armati all’Ucraina e alle spese militari, ha rammentato come la nostra Costituzione ripudi la guerra. Prima di chiudere le celebrazioni in piazza, le autorità sono salite nel salone Vanvitelliano che ospita una mostra sui cento anni dell’Aeronautica aperta fino all’8 giugno, a ingresso libero. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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