la polemica

Ciclovia del Garda e impatto ambientale: «Bici più battello, alternativa alla ciclabile sulle falesie»

di Luciano Scarpetta
Il coordinamento interregionale per la tutela del Garda ha incontrato la presidente Mariastella Gelmini. Le associazioni alla Comunità montana ribadiscono le critiche sul progetto nell'alto lago «Sfregio alle pareti rocciose»
In giallo un tratto di falesia interessato  dal passaggio della ciclabile sull’alto lago
In giallo un tratto di falesia interessato dal passaggio della ciclabile sull’alto lago
In giallo un tratto di falesia interessato  dal passaggio della ciclabile sull’alto lago
In giallo un tratto di falesia interessato dal passaggio della ciclabile sull’alto lago

Dopo la lettera inviata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il «Coordinamento interregionale per la tutela del Garda», sodalizio costituito un mese fa a Gardone Riviera «allo scopo di contrastare le incongruenze e le criticità della ciclovia del Garda», ha incontrato a Salò Mariastella Gelmini, presidente della Comunità del Garda. I rappresentanti erano accompagnati nell’occasione dal WWF veronese, dal Comitato salvaguardia area lago di Riva del Garda, Legambiente per il Garda e i presidenti di Italia Nostra di Brescia, Verona e Trento.

Sotto la lente d’ingrandimento di un’opera ormai in fase avanzata di progettazione e in alcune zone già in esecuzione, c’è soprattutto il tratto dell’alto lago dove i versanti a strapiombo sul lago impongono soluzioni progettuali come le passerelle ancorate alla roccia e in alcuni tratti coperte da paramassi. «Abbiamo sottolineato il gravissimo impatto ambientale e paesaggistico - hanno ricordato i rappresentanti del Coordinamento al termine dell’incontro - le strutture della ciclovia comporterebbero ferite sulle falesie. Le passerelle, con una larghezza di 3,50 mt più gli ancoraggi per un totale di 4,24 mt, in alcuni tratti coperte da paramassi, creerebbero un vero e proprio volume che andrebbe a sfregiare le pareti rocciose. Soprattutto è stata sottolineata la pericolosità geologica del tratto dell’alto Garda. Sono stati prodotti studi sulla pericolosità sismica che caratterizza il territorio e inoltre, le caratteristiche di sicurezza che una ciclovia deve avere, in molti tratti non sono garantite. Nella parte veneta poi - continua la disamina - la progettazione segue e sovrasta la nuova condotta fognaria passando lungo la costa. Soluzioni alternative? Si è proposto che, per tutto il tratto che costeggia le falesie, l’opera progettata venga sostituita come indicato dalle norme ministeriali per la progettazione delle ciclovie da un trasporto via lago a basso impatto ambientale che sicuramente permetterebbe un cospicuo risparmio economico».

Criticità sono state evidenziate anche sulla commistione della ciclovia con strade di grande traffico: «In molti tratti si sovrappone alla 45 bis, particolarmente da Salò verso nord, non rispettando le caratteristiche di sicurezza che una ciclovia deve avere. Al termine dell'incontro la presidente Mariastella Gelmini ha detto che, da parte sua, ha già parlato con diversi sindaci del tratto lombardo, alcuni dei quali abbastanza scettici sul progetto».

La chiosa è del segretario generale Pierlucio Ceresa: «Abbiamo recepito le osservazioni su alcune soluzioni progettuali. Non è l’idea dell’anello ciclabile del Garda su cui siamo d’accordo, ma da parte nostra ribadiamo due concetti fondamentali: la priorità deve essere data all’ambiente e al paesaggio ed in secondo luogo alla sicurezza del tracciato. Per il terzo lotto da Gargnano a Limone non sarebbe da scartare l'ipotesi di integrare il percorso ciclabile con il servizio della navigazione pubblica».•

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